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Erick Cannamela

Netflix: 5 motivi per amarlo e 5 per odiarlo

By Film, NerdPensiero, Serie TV One Comment

Cari Nerd Lettori, bentrovati. Come molti di voi, anche noi amiamo guardare la televisione e siamo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e originale. Fortunatamente oggi la scelta è molto vasta ma anche tra tv satellitare, Sky e digitale terrestre. Come tutti gli “smanettoni” o meglio i più curiosi d’internet, sanno esiste anche un’altra opzione, lo streaming. Ma i siti di streaming sono per la stragrande maggioranza illegali, e quindi non si dovrebbero usare. Spesso molti ne fanno uso, proprio per saziare la brama di vedere film e serie tv il prima possibile. Vuoi perché non vogliono pagare i costi, spesso alti, dei gestori a pagamento o perché sono programmi che difficilmente arriverebbero nel nostro paese, o solo dopo un anno dalla messa in onda negli altri paesi.
La domanda dunque diventa: Come si può continuare a guardare programmi e film che interessano, pur riducendo le bollette mensili d’intrattenimento video?

Le soluzioni sono diverse. In quest’articolo vorremmo solo evidenziare i punti favorevoli e sfavorevoli del servizio di streaming offerto dalla compagnia che per prima nel mondo ha pensato di creare un network televisivo tramite internet: NETFLIX.

Noi di Nerd Attack siamo innamorati di Netflix ma ciò non di meno cerchiamo di essere il quanto più obbiettivi possibile.

5 MOTIVI PER ODIARE NETFLIX

1. Gli spettacoli non sono aggiornati.
Spesso le serie tv non sono complete, sia perché sono ancora in corso d’opera, sia perché altre volte i network non rilasciano le stagioni ad altri network prima che gli episodi in questione non escano in DVD.

2. Le “Nuove Uscite” sono obsolete.
Può capitare, che in alcuni mesi, i Film che vengono presentati come ultime uscite, siano effettivamente usciti al cinema alcuni anni prima. Con sommo rancore degli utenti

3. Sono in parte responsabili della nascita del Binge Watching.
Il concetto, relativamente nuovo, di “binge watchinhg” è geniale, prevede di avere un intera stagione di una serie a completa disposizione fin da subito. Il problema è che, a parte l’indiscusso problema sociale, che porta alcuni individui ad isolarsi completamente solo per poter guardare tutta una serie in un fine settimana, e a volte oltre, ma fa perdere il gusto di apprezzare le serie settimana per settimana, gli eventi e gli episodi diventano meno distinti. Si ricordano i singoli episodi molto meno, focalizzandosi solo sulla storia totale.

4. Ci sono film più indipendenti di ogni altra cosa.
La maggior parte delle selezione di film di Netflix è di film indipendenti, invece che i film del circuito cinematografico. A onor del vero ultimamente Netflix ha iniziato una massiccia campagna di acquisizione diritti per il sistema on-line, ma il percorso per mettersi “al pari” con i circuiti televisivi è ancora lungo.

5. Riporta in vita troppe serie cancellate.
Ultimamente il Network sta acquistando i diritti per serie cancellate per riproporle nel loro catalogo, rovinando sia il prodotto originale che la memoria del pubblico nei confronti di quelle serie a cui era particolarmente legato.

5 MOTIVI PER AMARE NETFLIX

1. Netflix è conveniente
Tra i servizi online di streaming legali Netflix propone dei pacchetti che lo rendono indubbiamente tra i più, se non addirittura il più, economico del settore. In più Netflix costantemente, sul miglioramento della sua capacità di fornire il proprio prodotto ai propri clienti. E’ incentrato sull’innovazione del suo servizio e della sua tecnologia per essere e rimanere al top del mercato.

2. Netflix non ha MAI annunci pubblicitari
Solo per questo motivo Netflix meriterebbe un premio speciale.
Anche altri servizi di streaming promettono nessuna pubblicità, ma spesso questa promessa non viene mantenuta. Gli utenti di Netflix potranno confermare che i prodotti del network non contengono mai interruzioni commerciali, ne prima, né durante, né dopo la visione

3. Netflix permette accessi simultanei
Netflix può essere visto sulla PS4, Xbox, lettori Blu-Ray, Wii, cellulari, iPad, PC, Macbook, tablet e Google TV, e quasi ogni altro dispositivo multimediale che abbia connessione ad internet. Netflix ne ha fatto un vanto di essere la prima compagnia che ha pensato di diventare fruibile su ogni device dei propri utenti. Ed in ogni luogo, anche solo con il 3G!

4. Netflix ha centinaia di spettacoli televisivi (comprese stagioni complete)
Questo è in contrasto con il 1° punto della precedente lista, ma è vero. Sebbene non siano aggiornate, a volte, le serie di Netflix sono centinaia, e quelle effettivamente presenti nel catalogo sono realmente complete. Con un notevole risparmio economico, piuttosto che andare a comprare i DVD di un intera serie.
La stessa cosa si potrebbe dire per i film da grande schermo.

5. SERIE ORIGINALI
Netflix ha iniziato la produzione di una serie di spettacoli e film originali ed esclusivi per il suo canale, trasformandosi in un reale network d’intrattenimento video. Mostrando una scrupolosa cura per i dettagli, per la parte tecnica artistica e per le storie di qualità, creando lo standard che garantisce ai prodotti originali Netflix garanzia di qualità: Orange is the new black, Narcos, House of Cards, Daredevil, Marco Polo, Stranger things e The Crown solo per citarne alcuni.

X Men Apocalypse: la nostra recensione

By Film, NerdPensiero

Che anno meraviglioso per essere un cinefilo ed un Nerd, nel giro di poco più di due mesi sono usciti ben tre film basati su personaggi nati sulle pagine dei fumetti. Ma non è tutto oro quello che luccica. Ecco la nostra recensione di “X Men Apocalypse”.

L’ultimo capitolo della saga degli X Men è un film difficile da apprezzare, ma anche incredibilmente facile. L’episodio precedente, “X-Men: Giorni di un Futuro Passato”, a parte essere una più che decente trasposizione di uno delle storie più iconografiche dei fumetti dedicati alla razza mutante, è stato anche una fresca, piacevole e coerente avventura che ha continuato il franchising prodotto dalla Fox. La stessa cosa non può essere di Apocalypse, sebbene entrambi i film sono diretti da Bryan Singer e sceneggiati da Simon Kinberg, Apocalypse lascia in bocca un sapore strano. Il ruolo principale e più e di rilievo è affidato proprio ad “Apocalisse”, interpretato da Oscar Isaac ( con viso e corpo completamente coperto protesi), un arci-nemesi faraonica, altrimenti noto come En Sabah Nur, il primo mutante della storia. Quando Apocalisse ricompare dopo più di cinque millenni dopo il suo seppellimento accidentale nella valle del Nilo, decide di riprendere la sua missione di…. incredibile ma vero, conquistare il mondo, umano in questo caso.

X Men Apocalypse 2

Il franchise di “X-Men” ha avuto i suoi alti e bassi, indubbio è il fatto che con la nuova storyline, iniziata con Prima Classe la Fox ha intrapreso un cambio di rotta, che fino a questo momento sembrava la scelta più azzeccata. Purtroppo X Men Apocalypse perde quell’equilibrio delicato tra storia, effetti speciali e giovani leve di attori. Questo nuovo capitolo della saga crea, o meglio allarga il profondo divario tra gli intenditori dei fumetti e gli spettatori cinematografici che cercano qualcosa di più in una saga di supereroi che l’incessante parlare della potenza dei singoli personaggi. Ma il film ha delle lacune di storia che non possono essere ignorate. Come la presenza di personaggi che da soli potrebbero risolvere il problema ma vengono “tenuti a freno” fino all’ultimo momento possibile o ancora la riscrizione completa di altri personaggi, amati dal grande pubblico e mal utilizzati nella pellicola (ad esempio Angelo/Arcangelo) Come in precedenti episodi, una delle principali preoccupazioni è la persecuzione di mutanti — i mutanti buoni, come il team degli X-Men, che utilizzano i loro superpoteri per il bene dell’umanità.

X Men Apocalypse 3Ma Apocalisse, vuole purificare il nostro povero pianeta sfruttando il potere mutante per i propri fini malvagi. Egli vede i mutanti e soprattutto il telepatico Professor Charles Xavier (James McAvoy), come il mezzo per un fine che è stato sognato fino ad allora solo da Google o Steve Jobs— controllare ogni mente nel mondo. Quando Apocalisse penetra Cerebro, sistema di rilevazione mutante del professor X, Charles dice, con una miscela di orrore e di esaltazione, “Non ho mai sentito un potere come questo prima!”. Michael Fassbender riprende i panni di Magneto, il disilluso mutante sopravvissuto all’Olocausto, altrimenti conosciuto come Erik Lehnsherr. Anche Jennifer Lawrence torna a indossare i panni, e non il make up, di Mystica, con una interpretazione che non è proprio quello che ci si aspetta da un premio oscar come lei. Ma allora perché questo film piace, pur avendo tutti gli elementi per essere un film a malapena mediocre? Probabilmente perché è uscito un mese e mezzo dopo il disastroso Batman vs Superman e tre settimane dopo l’appena decente Captain America Civil War, due film che hanno promesso molto ma alla fine non hanno saputo mantenere le proprie promesse. Se X Men Apocalypse fosse uscito nei cinema a molta distanza dagli altri due probabilmente sarebbe stato molto più deludente di quanto è stato.

Per i nerd è 3 ½ occhialini su 5

occhiali nerd 3.5 su 5

Captain America: Civil War – Il Marvel Cinematic Universe è realtà

By Film, NerdPensiero

Chi l’avrebbe mai detto, dodici film e $ 9 miliardi di incassi fa, che il Marvel Cinematic Universe sarebbe diventato una realtà consolidata!? Certo I fan lo speravano, ma nessuno ci credeva realmente, un intero universo video che collega I supereroi era pur fantascienza. Eppure la scommessa lanciata dalla Marvel Studios ha avuto I suoi frutti. A otto anni dal debutto del primo film Marvel (Iron Man, 2008) arriva sul grande schermo, Capitan America: Civil War il 13 ° film Marvel Studios.

Pellicola diretta da Joe e Anthony Russo, Civil War è un gradevole film corale, che pur essendo palesemente, visto anche il titolo, un film il cui protagonista è Capitan America, riesce a coinvolgere un cast di comprimari di tutto rispetto, affrontando l’excursus emozionale di quasi tutti I personaggi I maniera equilibrata e credibile.

In questo capitolo della saga Marvel, Capitan America/Steve Rogers (Chris Evans) e Iron Man/Tony Stark (Robert Downey Jr) si affrontano in una vera e propria guerra civile tra supereroi. Nella storia infatti l’ONU vuole portare i nostri eroi sotto il proprio controllo. Una parte degli Avengers, guidati da Stark e comprendente, incredibilmente la Vedova Nera (Scarlett Johanson), Visione (Paul Bettany), Pantera Nera (Chadwick Boseman) e War Machine (Don Cheadle) appoggiano da subito l’iniziativa. Ma la fazione giudata da Cap, tra cui – il Soldato d’inverno (Sebastian Stan), Falcon (Anthony Mackie), Scarlet Witch (Elizabeth Olsen), Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Ant-Man (Paul Rudd) – si ribellano nel timore di poter essere strumentalizzati dalle “forze del male”. Naturalmente, hanno ragione: un misterioso dottore (Daniel Brühl) sta scavando nel passato di Bucky, quando era un assassino dell’Hydra e in particolare una missione di 1991, che la pellicola rivisita in diversi flashback.

Il terzo film del capitolo relativo a Capitan America, prende spunto, sia come titolo che come storia da una delle più famose miniserie della Marvel Comics, Civil War appunto, in cui a causa di un’esplosione causata da un supercriminale di nome Nitro, un intero paese venne spazzato via di colpo, e centinaia di persone, compresi moltissimi bambini, persero la vita. Dopo questa vicenda tragica, il governo degli Stati Uniti e l’organizzazione S.H.I.E.L.D., dopo pressioni fatte dai cittadini superstiti e dal resto della popolazione, decidono di introdurre il cosiddetto “Atto di Registrazione dei Superumani”. A differenza del fumetto il film non riesce a cogliere appieno la spaccatura ideologica e morale che permea il fumetto, facendo risultare questa pellicola sicuramente gradevole ma sicuramente non un capolavoro.

Nel film viene anche introdotto il nuovo Spider-Man (Tom Holland), vera e propria rivelazione. Benché il pubblico già sapesse della presenza di questo personaggio nel film nessuno sapeva come sarebbe stato presentato e rispetto alle incarnazioni precedenti lo Spider-Man di Holland rispecchia le caratteristiche di uno dei personaggi più conosciuti e amati nel mondo, sia con e senza maschera. Il punto di forza della scena introduttiva di Peter Parker è sicuramente l’ottima maniera in cui sono riusciti a dire la famosa frase, chiave per l’uomo ragno, “da un grande potere derivano grandi responsabilità” senza effettivamente dire queste ormai trite e ritrite parole.

Pur essendo un film di 2 ore e mezza Civil War scorre in maniera godibile senza tempi morti, ed in fin dei conti è il film sui supereroi che tutti si aspettavano di vedere: super scazzottate, un po’ di ilarità e tanti effetti speciali, con un po’ di morale. Per i nerd è 3 occhialini su 5.

Batman vs Superman: Dawn of Justice – La nostra recensione

By Film, NerdPensiero

Salve amici Nerd, ecco la recensione del film Dc che tanto abbiamo atteso Batman vs Superman Dawn of Justice.

La Dc Comics non è certo nota per essere salita a bordo il treno dei film sui supereroi al momento giusto, ma con questo titolo tutti speravano nel miracolo, che a parer nostro non è arrivato. Il film per la regia di Zack Snyder è partito in quarta per restare fermo appena fuori dalla linea di partenza. Ma procediamo per tappe. Batman vs Superman è in realtà un sequel de L’Uomo d’Acciaio, alla fine di quel film, Superman salva Metropolis, e il mondo intero, dalla piccola milizia di kriptoniani superstiti capitanati dal cattivissimo Generale Zod, nello scontro parte della città viene distrutta e centinaia o migliaia di persone perdono la vita. Questa è la premessa principale che spinge Batman a prepararsi, e cercare, lo scontro con questo alieno, venerato quasi come un dio in terra, prima che si possa “annoiare dell’umanità”. Fino a qui tutto fila liscio, ma da questo punto in poi la storia si complica.

Non voglio rovinare il film per chi non l’ha ancora visto, ma personalmente non mi ha colpito. Elementi positivi ce ne sono e meritano di essere presi in considerazione: Ben Affleck è superbo nell’interpretazione di Bruce Wayne, ma il copione non rende giustizia ad un personaggio che viene considerato il più grande detective vivente. Superman (Henry Cavill), d’altro canto si comporta come un alieno sulla terra che cerca di integrarsi, il che avrebbe senso, se non fosse cresciuto fin da bambino nelle campagne del Kansas. Wonder Woman (Gal Gadot) è il personaggio che tutto sommato risulta più credibile e coerente in relazione con il materiale di base. Lex Luthor (Jesse Heisenberg) è decisamente una mente brillante, che ricorda sotto molti punti di vista Joker piuttosto che la nemesi di Superman. Ma la struttura narrativa e le scelte del film in generale lasciano perplessi, come ad esempio la scena onirica di Batman e la visione di Flash del furto che fanno storcere il naso.

Il problema del film è che cerca di condensare un intero universo, quello della Dc Comics dentro un unico film, mentre la Marvel ha avuto ben 12 film a disposizione con cui costruire e esplorare il loro universo. Chi non ha letto I fumetti e va a vedere Batman vs Superman Dawn of Justice si trova davanti un film graficamente perfetto, ma a livello di storia trova un prodotto contorto, con un chiaro senso di “mancanza”, cioè di qualche elemento mancante per poterlo capire appieno. Chi invece è fan dei fumetti e conosce già I personaggi, si ritrova davanti una cacofonia di elementi che se a primo impatto possono sembrare eccezionali, a guardare meglio cozzano l’un l’altro, creando un film poco gradevole e molto confusionario.

Per i nerd è 2 occhialini e mezzo.

occhiali nerd 2.5 su 5

Daredevil: la nostra recensione sulla seconda stagione

By NerdPensiero, Serie TV

La seconda stagione di Daredevil è uscita questo scorso fine settimana su Netflix e come molti altri, ho abbracciato il modello “tutta la stagione subito” della società e mi sono piantato sul divano per vedere tutti e 13 episodi. La buona notizia? È eccellente. L’universo dei fumetti Marvel sta continuando lungo la strada più scura che ha iniziato lo scorso anno, e questa particolare visione del mondo supereroe continua a crescere e trovare i suoi piedi saldamente piantati in un mondo credibile e godibile da guardare.

New York City è di nuovo in pericolo, e il vigilante mascherato Daredevil deve affrontare nuove minacce che lo spingono al limite dei suoi poteri e della sua moralità. Dopo che l’eroe mascherato e suoi compagni ha messo in scacco Wilson Fisk, nella prima stagione, bande criminali rivali si scontrano per colmare il vuoto di potere lasciato dall’uomo che un giorno sarà il Kingpin (Fisk), ma un nuovo vigilante entra in gioco, portando con se un metodo di punizione che è più permanente di quello di Daredevil. Seconda stagione di “Daredevil”, basato sul personaggio della Marvel comics, è su Netflix ovunque in questo momento.

Se non volete nessun tipo di spoiler, vi suggeriamo di non andare avanti con la lettura.

Tutto ciò che riguarda questa stagione sembra un continuo della prima, che è fondamentalmente una cosa buona per questa serie eccellente. Charlie Cox dà a Matt Murdoch il giusto fascino e la giusta gravità impietrite che possono contagiare altri supereroi. C’è un’immediatezza alla serie che manca da alcune che ci si aspetta da un supereroe. Il Punisher di Jon Bernthal è fantastico. Il personaggio si cala perfettamente nella storia che risulta un personaggio con cui chiunque proverebbe empatia, e Bernthal ne indossa i panni con una tale naturalezza che ha sorpreso i fan più dubbioso. Jon Bernthal interpreta un grande Punisher, un uomo guidato da demoni di estrema brutalità. L’unica pecca è che ottiene il suo iconico simbolo troppo tardi, seppur in maniera epica. Elodie Yung è stata l’ultima attrice ad essere stata rivelata come attrice della serie (Elektra) ma la Yung cattura gli spettatore con la sua bravura in primis e con la sua bellezza poi.

La seconda stagione di Daredevil è interamente incentrata sulla moralità della giustizia del vigilante: o meno. Il sistema può essere attendibile per risolvere una città spezzata o se devono essere prese misure più estreme. L’azione è ancora una volta splendidamente girata, le luci al neon, e la fotografia in generale, calzano perfettamente quello che è il tono della serie, costituendo un ottimo contorno per la storia e la recitazione dei personaggi e per la città impeccabili sotto molti punti di vista. La serie inizia grosso modo pochi mesi dalla fine della prima stagione, In una New York abituata già da tempo ai “supereroi” ma adesso anche al vigilante di quartiere, tanto da chiamarlo Il Diavolo di Hell’s Kitchen.

Note particolari vanno a due scene: il primo, l’incontro tra Daredevil e Punisher è uno scontro di filosofia ispirata a un classico momento dai fumetti; il secondo è un omaggio alla prima stagione. La scena single-take della lotta tra i cattivi e il nostro eroe mentre scende le scale, è in realtà un omaggio alla famosa scena del corridoio, vista l’anno scorso Daredevil non è una serie sui supereroi… E’ LA SERIE sui Supereroi.

Per i nerd è 5 occhialini su 5.

occhiali nerd 5 su 5

Deadpool: tra eroi e ilarità surreale

By Film, NerdPensiero

Cari amici nerd, preparate i chimichanga, raffreddate le birre, affilate I coltelli e riscaldate le pistole, Il mercenario con la bocca più volgare dei fumetti approda finalmente al cinema con un film tutto suo. Ryan Reynolds aveva più volte dichiarato, a partire dal 2005, di voler fare un film su Deadpool, personaggio che aveva già interpretato nel disastroso “X Men Origins: Wolverine” ed oggi a 11 anni di distanza Deadpool il film è realtà. Ma Deadpoolnon è il solito Supereroe, anzi.

Deadpool è essenzialmente il primo film hollywoodiano fan made sui supereroi, ma è molto di più. Il film intero è una sbeffeggiatura rivolta a compiacere i fan dei fumetti e nerd vari in generale. I fan del sardonico mercenario, sanno che questo super anti-eroe è consapevole di essere un personaggio di pura fantasia, e la principale domanda sulla bocca di tutti era come poter rendere omaggio ad una figura così particolare di casa Marvel. Ma guardando il film questa preoccupazione non viene perché non c’è nessuna pretesa con Deadpool, nessuna preoccupazione profonda se non quella di divertirsi divertendo. Sia nei fumetti che in questo film, la ragione primaria per esistenza di Deadpool è quella di sottolineare quanto siano assurdi e ridicoli i supereroi. Ma anche se Deadpool cerca di prendere in giro il proprio genere, non significa che questo non sia un film di supereroi, anzi, forse ad oggi è il migliore. La trama del film è più o meno una origin story da supereroe convenzionale.Wade Wilson, ex membro dei corpi speciali, divenuto bullo a pagamento, si sottopone ad una terapia molto speciale per curare il suo cancro, terapia che attiva le sue capacità mutanti latenti, ma che lo lasciano deturpato fisicamente e mentalmente.

Così si veste di una tutina di spandex rossa (che ricorda molto quella di Spider Man e lo fa sembrare anche il peggior ninja del mondo) e va in giro a uccidere chiunque si metta sulla sua strada. E poiché Wade Wilson è così “scollegato” con la sua realtà, ha la tendenza a rompere la quarta parete e parlare con il pubblico, proprio perché, come detto prima, sa di essere un personaggio immaginario. Ryan Reynolds sembra essere nato per interpretare questo ruolo, che arricchisce con commenti dementi e gag ridicole improvvisate sul momento (come dimostrano i vari trailer ed il film finale, in cui le stesse scene vengono proposte ma con battute improvvisate diverse). Il punto del film non è proprio la trama, così come è, ma il carattere. I suoi occhi senza pupille bianche l’ampliamento e il restringimento in risposta all’azione. Il suo costante sbeffeggiare se stesso, il cinema e il genere a cui appartiene. I salti acrobatici. E’ questo che rende Deadpool un film così guardabile e divertente, e che rende godibile la sua intensa ultra-violenza condita con l’immancabile narrazione fuori campo che si interrompe con i dialoghi del protagonista durante l’azione e quasi “disturbando” gli altri personaggi.

Nel frattempo, Deadpool è sorta di un commentario alla cultura dei fan e dei supereroi, e di come sia artificiale tutta la faccenda delle maschere e dei costumi, ma anche il loro codice morale. Deadpool non indossa una maschera per nascondere la sua identità, ma solo per coprire la sua faccia sfregiata. Mentre alcuni dei momenti più divertenti del film includono lo scontro con un paio di membri degli X-Men, il metallico Colosso e la brontolosa Testata Mutante Negasonica.

Ma nel frattempo, il film scava anche nel nostro rapporto con la cultura pop in generale. Ma questo non cambia il fatto che Deadpool è un film super-divertente in cui la violenza estrema si combina con un’ilarità surreale per creare una sorta di meta-follia mai vista prima sul grande schermo.

Per i nerd è 4 occhialini su 5

occhiali nerd 4 su 5

The Hateful Eight: difficile da odiare, ma difficile da amare

By Film, NerdPensiero

Teste che spesso vengono fatte saltare in aria esplodendo nel classico stile alla Quentin Tarantino, ambientazione minimale e location ridotte all’osso, narrazione non lineare, dialoghi pesanti, profondi, metaforici e ridondanti, splatter, poca azione, e origini scioccanti; molto semplicemente, The Hateful Eight è uno dei migliori e contemporaneamente peggiori film di Quentin Tarantino.

Chi di noi non ricorda le storie del selvaggio West con cui siamo cresciuti guardando in televisione? Django (quello originale con Franco Nero), Il Cavaliere Solitario, Lo Chiamavano Trinità, Lo Straniero dagli Occhi di Ghiaccio, Lucky Luke… Quentin Tarantino prende tutto il divertimento del selvaggio West e prima lo sconvolge e poi lo butta via. Le sparatorie fatte con lentezza sadica. Le uccisioni sono improvvise, erratiche, brutali e quasi snervanti; ma in The Hateful Eight tutto sembra assumere un senso logico.

Questa pellicola è certamente un ritorno alle pellicole su piccola-scala per il regista Italo-Americano. The Hateful Eight è un film completamente diverso da quello che Quentin Tarantino ha fatto negli ultimi 12 anni. Dopo la pausa che ha seguito il rilascio di Jackie Brown, l’autore ha trovato la sua carriera muovendo verso quello che potrebbe essere descritto più come film ‘epocali’; impiegando la sua enorme conoscenza dei grandi western cinematografici, di guerra e le caratteristiche del kung fu, ha consegnato storie mitiche su larga scala come Django Unchained, Bastardi senza gloria, e Kill Bill. Al contrario, The Hateful Eight è, evidentemente, il suo modo di tornare alle sue origini, palesi sono i richiami alle Iene. Tarantino omaggia anche altri generi e autori, in primis Agatha Christie alla quale il regista rende omaggio sia con l’ambientazione (Assassinio sull’oriente express, gli uomini bloccati dalla tormenta di neve) che nel racconto (Dieci piccoli indiani).

Il film inizia in modo spettacolare: panorami di montagna mozzafiato che poi danno spazio ad un crocifisso coperto di neve da cui la telecamera si allontana estremamente lentamente (abbinandosi perfettamente al tema composto da Ennio Morricone) per rivelare, come è solito di Tarantino, il titolo del primo capitolo intitolato “Ultima Fermata per Red Rock “. Una diligenza viaggia nell’innevato inverno del Wyoming. A bordo c’è il cacciatore di taglie John “The Hangman” (Il Boia) Ruth e la sua prigioniera Daisy Domergue, diretti verso la città di Red Rock dove la donna verrà consegnata alla giustizia. Lungo la strada, si aggiungono il Maggiore Marquis Warren, un ex soldato nero nordista diventato anche lui un famoso cacciatore di taglie, e Chris Mannix, che si presenta come nuovo sceriffo di Red Rock. Infuria la tempesta di neve e la compagnia trova rifugio presso l’emporio di Minnie, dove vengono accolti non dalla proprietaria, ma da quattro sconosciuti: il messicano Bob, il boia di Red Rock Oswaldo Mobray, il mandriano Joe Gage e il generale della Confederazione Sanford Smithers. La bufera blocca gli otto personaggi che ben presto capiscono che raggiungere la loro destinazione non sarà affatto semplice. Per molte ragioni.

In 3 ore di film, ai personaggi è dato ampio spazio per conversare. L’interpretazione e il tono dei dialoghi fa intendere che le cose che vengono dette sullo schermo siano importanti e profonde, e per molti versi è così, ma per il pubblico il tutto risulta noioso, tediante e a volte ridondante. Gli attori, tutti, sembrano aver bisogno di fare con un bel bagno caldo e un pasto cucinato in casa, cosa che rende assolutamente credibile un film ambientato nel cuore di un inverno freddo nel selvaggio west. Però il lavoro di Tarantino è stato un po’ troppo forzato. Siamo sicuri che tra pochi anni The Hateful Eight verrà celebrato dai fan di Tarantino come il suo capolavoro più assoluto, ma oggi non l’ottava pellicola di Tarantino fa storcere il naso più che altro. Perchè i personaggi, seppur credibili sono troppo freddi, troppo calcolatori per scatenare una reazione empatica, certo è vero che nel mondo di Tarantino la violenza si perpetua con leggerezza, ma i suoi personaggi non si preoccupano della vita umana, anzi il contrario, e francamente, guardando questa pellicola non si è per niente portati a curarsi se gli odiosi otto vivono o muoiono. Per i nerd sono 2 occhialini e mezzo

occhiali nerd 2.5 su 5

Creed – Nato per combattere: la nostra recensione

By Film, NerdPensiero

Cari Nerd siamo stati a vedere Creed – Nato per combattere, ultima aggiunta alla saga del mitico Rocky Balboa.

Come tutti, incluso il protagonista della serie, l’attore Sylvester Stallone, eravamo convinti che le avventure dello Stallone Italiano fossero ormai giunte alla fine, ma così non era per Ryan Coogler. Questo giovane regista statunitense di colore però, immaginava cosa si potesse provare ad essere allenato dal mitico Rocky in persona. Ecco perchè un giorno si presentò a casa di Stallone per presentargli Adonis Johnson Creed, figlio di Apollo Creed, celebre antagonista prima e amico ed allenatore di Rocky, dopo.

Il film narra dell’ascesa di Adonis (Michael B. Jordan, già visto nei panni della Torcia Umana ne I fantastici 4, 2015) nel mondo della boxe. Adonis, che non ha mai conosciuto il suo celebre padre, il campione del mondo dei pesi massimi Apollo Creed, morto prima della sua nascita, ha la boxe che scorre nelle sue vene.

Traferitosi a Philadelphia, luogo del leggendario incontro tra Apollo Creed e Rocky Balboa, Adonis rintraccia e convince il vecchio Rocky a diventare il suo allenatore. Con Rocky al suo angolo, non ci vuole molto prima che Adonis abbia una possibilità per vincere il titolo…

La pellicola è sotto molti punti di vista un fanmade, cioè un film fatto dai fan, perchè di questo si tratta, un film, comunque maturo, attento alle dinamiche del cinema moderno, ma che rispetta, anzi rende omaggio, alla storia da cui è tratta. Coogler ci regala un film che ci porta al cospetto dei pugili più famosi che il mondo abbia mai conosciuto, aprendo contemporaneamente la strada alla nascita, o meglio alla continuazione, di un franchise. La cosa che più colpisce di questo lavoro è il rispetto con cui Rocky viene rappresentato. E poi onestamente, chi non proverebbe un pò di emozione nel vedere il buon vecchio Stallone Italiano almeno un’altra volta sul grande schermo!?

Per i Nerd è 4 occhialini su 5.

occhiali nerd 4 su 5

The Hunger Games: Il Canto della Rivolta, Parte 2 – La recensione

By Film, NerdPensiero

E’ guerra in The Hunger Games: Il canto della Rivolta, parte 2, e nel film si sente il peso di mostrare la battaglia per Capital City in ogni istante dei suoi 137 minuti di esecuzione. La storia riprende immediatamente dopo la conclusione della prima parte e non perde molto tempo a raccontare cosa è successo precedentemente a chiunque si affacciasse solo ora al franchise. Mentre la parte 1 esplorava l’uso della propaganda di guerra e la politica attorno ad una ribellione,questo è a tutti gli effetti un film di guerra. In Il canto della rivolta, parte 2 si sente la necessità di dare forza e credibilità a tali contenuti, e, anche se si tratta di un film solido, è anche il più difettoso della serie.

“Parte 2” inizia esattamente dove l’ ultimo film si interrompeva, con Katniss (Jennifer Lawrence) e il resto delle forze ribelli ad un passo dall’Attacco finale nei confronti di Capital City e del governo di Panem e soprattutto del suo leader: il presidente Snow (Donald Sutherland). Come con in molti franchising moderni, questa pellicola abbonda con un rostro di attori ormai veterani della saga, che in questa circostanza più che da supporto sembrano essere una zavorra per la narrazione, tra cui l’insipido duo di Peeta (Josh Hutcherson) e Gale (Liam Hemsworth) – i due contendenti amorosi di Katniss fin dal primo film.

Come i precedenti due film , Parte 2 è stato diretto da Francis Lawrence che , come la maggior parte registi di franchising, non è stato assunto per le sue qualità di messa in scena, ma per un lavoro: non rovinare una proprietà di grande valore. Il primo film è stato, infatti, diretto da Gary Ross , con la fotografia di Tom Stern, anch’egli rimpiazzato con il cambio di regista. E, ne il Canto della rivolta parte “ vediamo una storia che non prova a trovare un risvolto psicologico o un empatia con il pubblico. Il tutto risulta essere un apoteosi di effetti speciali senza un vero perché. Ma è questo il problema. Parte 2 non sarebbe mai dovuto esistere come titolo a sé. Le due parti de Il canto della rivolta sarebbero dovuti essere un film solo. Il bisogno Hollywoodiano di “fare più soldi”, così come in altri franchising a parte Hunger Games, sta portando a sventrare le storie in favore del dollaro, producendo gradualmente pellicole sempre più insipide, a meno che non vengano viste tutte di fila.

In definitiva Il canto della Rivolta, parte 2 ottiene prestazioni convincenti dal suo impressionante cast, ma si sente anche un senso di oppressione legato alla gravità della sua storia. Il film si concentra su Katniss come un modo per descrivere gli orrori e i danni che genera la guerra. Piccolo appunto va fatto sul un semplice dato, questo è di fatto l’ultimo film di Philip Seymour Hoffman, cosa che molti hanno dimenticato. La scomparsa prematura dell’attore viene avvertita nel corso della storia, che comunque, grazie ad un semplice stratagemma riesce a sopperire a tale mancanza. La storia tutto sommato è abbastanza semplice e offre una conclusione relativamente soddisfacente per The Hunger Games, che tuttavia non ispira la stessa meraviglia dei primi due capitoli.

La Stavamo aspettando Sig. Bond

By Film, NerdPensiero

C’è stata molta polemica sul nuovo capitolo della saga di 007 dalla canzone usata per i titoli di testa di Sam Smith (Writing’s On The Wall) bravo ma con un timbro vocale piuttosto insolito (che per molti non regge il confronto con la Skyfall di Adele); a Bond stesso, Daniel Craig ha dichiarato che avrebbe preferito tagliarsi i polsi piuttosto che interpretare nuovamente la spia più famosa del cinema. La paura e il conforto dei fan era proprio il regista Sam Mendes, già regista di Skyfall. La paura era legata al titolo stesso, in questo nuovo ciclo di rilancio di un franchise apparentemente indistruttibile, il Regista ha scelto un titolo veramente d’effetto: Spectre! Nei vecchi film di 007, il mondo e quindi James Bond, avevano un nemico terribile quanto invisibile: La SP.E.C.T.R.E. (acronimo di Special Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion), in questa nuova veste la fantomatica organizzazione perde il suo acronimo e diventa una sorta di multinazionale del crimine, dove non mancano le riunioni del consiglio d’amministrazione, che sotto certi punti di vista non risulta difficile credere che sia simile a quelle realmente tenute dalle grosse multinazionali. Eppure Spectre è un film che rispetta la ricetta di un film di bond al 100%: location ricercatissime, riprese in giro per il mondo (Londra, Roma, Tangeri), acrobazie spettacolari, intrighi impossibile, cambi di costume inconcepibili, l’elemento comico (accomunate al bravissimo e giovanissimo Ben Whishaw nel ruolo di Q) e una trama che è allo stesso tempo assolutamente assurda eppure stranamente soddisfacente, il tutto condito con tecnologia avveniristica.

Nel film un messaggio criptico dal passato, manda Bond sulla strada per scoprire una misteriosa e sinistra organizzazione. Mentre M combatte le forze politiche per mantenere in vita i servizi segreti e il programma 00, Bond si ritrova a dover scavare dietro una fitta rete di inganni per rivelare una terribile verità.

Daniel Craig nel ruolo di Bond (scelta che chi scrive non ha mai digerito) è gradevole, pur interpretando un bond più casinista che gentleman, ma Craig viene accompagnato da un cast di tutto rispetto Ralph Fiennes è Gareth Mallory, il nuovo M, Naomie Harris è Eve Moneypenny, segretaria di M., Léa Seydoux è Madeleine Swann, psicologa in una clinica privata sulle Alpi e figlia di Mr. White (dal film Quantum of Solace), Dave Bautista è Mr. Hinx, assassino e membro importante dello SPECTRE. Appunto doveroso va al bravissimo Christoph Waltz, che interpreta Franz Oberhauser, una misteriosa figura all’interno di SPECTRE che afferma di avere un legame personale con Bond.

Ma la nota dolente (per me) è Monica Bellucci, che interpreta il ruolo di Lucia Sciarra, la vedova di un criminale ucciso da Bond, per fortuna, la Bellucci rimane sullo schermo per poco meno di 10 minuti. La pellicola è un omaggio moderno al più classico James Bond. Pieno di riferimenti al ai film interpretati da Sean Connery e Roger Moore. Contemporaneamente però non mancano gli omaggi a Cristopher Nolan grazie anche al supporto di Hoyte Van Hoytema, già direttore della fotografia per Insterstellar. E’ pressoché certo che Daniel Craig non tornerà a vestire i panni di James Bond, se questa fosse effettivamente la sua ultima volta, questa pellicola sarebbe il perfetto epilogo per un ciclo narrativo che, a torto o ragione ha effettivamente fatto risorgere, per il nuovo millennio, il mito di 007.

Per i nerd sono 4 occhialini su 5.

occhiali nerd 4 su 5