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Tutti gli Oscar 2017 minuto per minuto

By Film, NerdPensiero

Articolo a cura di Federica Candiloro.
NDR: La redazione di Nerd Attack la ringrazia per essere stata al gioco e soprattutto per essersi fatta tutta la nottata.

UNA NOTTE DA CLIMAX: OSCAR 2017

Si è conclusa alle prime luci dell’alba la grande notte degli Oscar.

Non posso dire sia stato uno spettacolo sfavillante.

Ma non perdiamoci in chiacchiere: dopo un noioso e lungo red carpet, (dove nessuno ha brillato più di altri per sfavillante bellezza, neanche la sempre magnifica Charlize Teron) avevano tutti un po’ l’aria di stare lì come se fosse una replica, con abiti che sembravano anch’essi già usati o stra-usati per altri red carpet. La stessa impressione l’ho avuta anche per la scenografia.

Si comincia in musica, e si comincia male. La notte degli Oscar rappresenta una sorta di Mecca del mondo dello spettacolo, per quanto bravo Justin Timberlake, in questo siparietto l’ho trovato fuori luogo, sembrava più una scena da teen movie. Inutile.

Il presentatore Jimmy Kimmel, sconosciuto a molti italiani, invece mi ha piacevolmente sorpreso. È stato semplice, molto diretto, un po’ sarcastico e a tratti scaramantico, mai scontato, anche se Neil Patrick Harris resta al momento il top.

Il fil rouge che ha collegato tutti, dal presentatore all’ultimo premiato, si è basato molto sulle “barriere”, e sui “muri” culturali e non, che non dovrebbero esistere, una vera e propria denuncia nei confronti dell’attuale politica americana.

Una di queste barriere ad Hollywood è rappresentata dalle poche candidature agli oscar per attori afroamericani. Per tutta risposta la vittoria come miglior attore non protagonista va a Mahershala Ali con Moonlight che non era così scontata, tanto meno favorita tra gli scommettitori. È stato commovente ascoltare i suoi ringraziamenti. È inutile dire che grandi attori di colore non hanno purtroppo ancora oggi una uguale considerazione, a esclusione di Di Caprio che ha dovuto avvicinarsi a una peritonite prima di vincere un Oscar. Moonlight vincerà anche il premio per miglior sceneggiatura non originale e non solo.

L’Italia ha il suo primo Oscar, ma non con Fuocoammare che non ce l’ha fatta. La strada è stata lunga, tanti premi, tante gratifiche. Ok, è stato tutto bello, però rode oggettivamente quando a un passo sfuma un sogno così grande. Invece l’italianissimo Bertolazzi vince come migliore make up per Suicide Squad. Ho avuto la fortuna di vedere questo film speciale nel suo genere. Nel discorso di ringraziamento si fa un omaggio a tutti gli immigrati italiani e non. A questo punto mi chiedo, in che percentuale c’è voglia d’insultare in diretta Trump!? Tanta…tantissima.

Per il sound editing vince Arrival con estrema sorpresa, in tantissimi avrebbero scommesso pesanti dollaroni per la vittoria di La La Land.

Sound mixing, stessa storia e altro due di picche per La La Land, Hacksaw Ridge porta a casa il premio.

C’è nell’aria per tutta la serata come l’impressione che questi due di picche siano parecchi.

Continuano a essere abbattuti i muri razziali grazie a Viola Davis che resta una conferma, conosciuta da buona parte del pubblico per la serie Le regole del delitto perfetto vince come miglior attrice non protagonista per Barriere. Per la sua nomination c’erano già state delle polemiche perché si riteneva che la sua performance era da attrice protagonista. Che una attrice di colore tra le protagoniste all’Academy non fosse gradita nonostante tante belle parole?

Ad annunciare il miglior film straniero arrivano due grandi, Charlize Theron e Shirley MacLaine, che ha letteralmente offuscato la presenza della bella sud africana. Nonostante i suoi duemila e passa anni (e cito la stessa Shirley MacLaine), la grande attrice ha una presenza scenica rara da trovare negli attori di oggi.

Come mi aspettavo vince il premio per miglior film straniero Asghar Farhadi (“Il cliente”, Iran). Tifavo per la Germania ma c’è stato un vero e proprio vaffa nei confronti dei “muri” di Trump. Per chi non lo sapesse Trump ha stilato una lista di paesi non amici, tra questi c’è l’Iran a cui letteralmente vieta l’ingresso in America. Per solidarietà nei confronti dei propri compaesani, Asghar Farhadi non è andato in America. Non è andato a ritirare il premio, denunciando, tramite una portavoce, quanto tutto questo sia assurdo e pericoloso se dovesse realmente protrarsi nel tempo. È stata una scena imbarazzante.

L’astronauta Iraniana Anousheh Ansari legge le dichiarazioni del regista Asghar Farhadi, assente alla cerimonia in polemica con Trump.

 

Il premio a La La Land per production design è meritato.
Zootropolis… vabbè dai si sapeva. Visual effect per Il libro della giungla. Anche il montaggio video va a Hacksaw ridge. In tutto questo La La Land che dice!? Nulla, e al momento si tiene stretto il suo unico Oscar.

Sul finire iniziano ad arrivare i premi più attesi, e la fotografia è uno di questi. La La Land è favorita e finalmente prende il suo secondo Oscar della serata. Ritengo sia un premio molto meritato, La La Land con i suoi colori e la sua fotografia fa sembrare tutto così fatato, quasi un cartone animato. Bravo Linus Sandgren.

Per le performance dal vivo il momento della commozione da sempre è quello della commemorazione dei grandi del cinema che non ci sono più. Uno Sting sottotono o semplicemente invecchiato non riesce a dare il meglio di se.

Degno di nota è il momento di John Legend che canta “City of stars” guarda caso vincitrice come miglior canzone. Tutto possono dire a questo film tranne che non ci sia della musica di qualità. La miglior colonna sonora infatti va a Justin Hurwitz (La La Land).

E’ stato piacevole vedere Matt Damon e Ben Affleck di nuovo insieme su quel palco dopo 20 anni, con i capelli visibilmente ingrigiti per premiare la miglior sceneggiatura originale. E al diavolo qualsiasi previsione Manchester by the sea sbaraglia la concorrenza e vince.

Ma in tutto questo La La Land?! Sembra una tortura continua, di sudate fredde stressanti, è un climax continuo finché non si arriva alla vittoria, a soli 32 anni, di Damian Chezell. E’ una gioia vederlo festeggiare, un così giovane e valido talento. Poi pensi all’Italia, al cinema italiano e tanta rabbia sale, perché in Italia un regista a questa età è ancora considerato alla pari di un runner, per capirci allo stesso livello dello schiavo di Boris. Ed è lì che La La Land ti entra nel cuore… Perché invita a sognare e a credere sempre nei propri sogni senza mollare mai.

Come non ha mollato mai Casey Affleck che, nonostante la presenza già ingombrante del fratello, riesce a emergere, a conquistare il pubblico e strappa lo scettro come miglior attore protagonista. E credo che tutte le donne piagnucolose come me abbiano davvero per poco trattenuto le lacrime; è stata travolgente la sua sorpresa mista ad emozione e a quanto fosse grato a chi lo avesse votato, quasi in totale shock come se si trovasse lì per caso. Emma Stone insieme a lui festeggia in qualità di reginetta della serata, la sua performance, in Birdman aveva convinto ma non abbastanza da vincere, mentre il 2017 le ha portato bene e si porta a casa la statuetta tra le braccia di un Di Caprio senza orso addosso.

Il colpo di scena da far strappare i capelli accade sul più bello… Avevo già detto che sarebbe stato un climax per La La Land ma con un pessimo finale. Viene data la busta sbagliata al momento di leggere il vincitore del Best Pictures.

Con ancora in mano la busta con il nome di Emma Stone, per errore viene dichiarata La La Land come miglior pellicola, e invece no! Panico, tecnici sul palco spaesati, confusione sul palco. Quasi a ringraziamento finito si fa chiarezza e il produttore di La La Land urla “Moonlight è il film che vince!” e così era. Emozioni contrastanti, imbarazzo, gioia festante per i veri vincitori.

Quasi divertita ad immaginare i cazziatoni dietro le quinte, il presentatore Jimmy Kimmel ironico rassicura tutti che mai più tornerà su questo palco.

Dopo quanto successo qualche testa cadrà, come sempre the show must go on, e si pensa già agli Oscar 2018.

La La Land: tra sogni ed emotività. La nostra recensione

By Film, NerdPensiero No Comments

In una Los Angeles avvolta dalla rassicurante atmosfera onirica e fiabesca che contraddistingue ogni musical sentimentale degno di stima (vedi Moulin Rouge!) le vite in stand by di due sognatori squattrinati sono, inevitabilmente, destinate a incrociarsi e scuotersi con estremo vigore.

Sì, perché nella fabbrica di stelle più proficua del globo terrestre, la stessa in cui tutt’oggi si sente forte e chiaro il ruggito della vecchia Hollywood gloriosa, Mia e Sebastian sono moralmente obbligati a “vivere il sogno” e noi spettatori a lasciarci abbindolare di buon grado. Questo è La La Land, scritto e diretto da Damien Chazelle, candidato a 14 premi Oscar.

La prima nota di merito va ai due protagonisti per la maestria con cui ci trascinano nel loro scoppiettante universo emotivo, facendo piroettare la nostra fantasia a passi di danza.

La seconda spetta al regista e alle scelte tematiche, o meglio, metacinematografiche, dal momento che l’intera pellicola è un inno all’amore per la celluloide e per tutto ciò che le gira intorno. Infatti, la dimensione cinematografica investe ogni cosa, lasciando intendere senza troppe riserve che la sola realtà meritevole di considerazione è quella proposta sul grande schermo.

Non a caso, l’unico modo per ricongiungere le strade di Mia e Sebastian è quello di travolgerli nella spirale cinematografica della migliore tra le loro esistenze possibili, la stessa che la blanda quotidianità ha messo a dura prova ma che lo schermo ha eroicamente salvato.

Il terzo e ultimo elogio va a una delle figure a noi più care e familiari: quella del nostalgico ostinato, condannato a vagare tra i leggendari fantasmi del passato, ferito dall’indifferenza altrui e dall’incedere irrispettoso della modernità. Una sorta di vecchio marinaio postmoderno, perdutamente innamorato della storia che è costretto a raccontare. E come ogni albatro che si rispetti, il jazz ha richiamato a sé il suo marinaio Sebastian, allontanandolo una volta per tutte dal compromesso che lo avrebbe reso felice ma incompleto.

Eppure, grazie alla scenografia prodigiosa e alla determinazione con cui i protagonisti esortano lo spettatore a credere nelle proprie passioni (ben venga in un mondo fatto di qualunquismi e cinismo imperante!) è impossibile parlare di un mancato happy ending.

Ecco perché La La Land ha colpito nel segno scommettendo sul sogno.

Golden Globe 2017: trionfa La La Land

By Film, NerdPensiero, Serie TV No Comments

Si è tenuta l’8 gennaio la premiazione dei Golden Globe 2017 a Los Angeles, cerimonia di assegnazione dei premi della stampa estera a Hollywood condotta da Jimmy Fallon. Grande successo per il musical La La Land, di Damien Chazelle che adesso ha un’autostrada a quattro corsie che porta direttamente all’Oscar, si è aggiudicato 7 premi, tra cui miglior commedia, e miglior attore e attrice per i suoi protagonisti Emma Stone e Ryan Gosling.

Il premio come miglior film drammatico è andato a Moonlight, di Barry Jenkins. Eccezionale doppietta per The Crown, lo show targato Netflix di Peter Morgan che racconta primi anni di regno di Elisabetta II è «incoronato» serie drammatica dell’anno e Claire Foy miglior attrice protagonista in un drama.

L’altra grande vincitrice nelle categorie televisive della 74esima edizione dei premi assegnati dalla stampa straniera di Hollywood è Atlanta di Donald Glover, che trionfa come commedia dell’anno e migliore attore protagonista in una serie comedy (andrà in onda su Fox dal 19 gennaio). Mentre Tracee Ellis Ross vince come protagonista per Black-ish. Billy Bob Thornton è il miglior attore in un drama grazie alla strepitosa interpretazione in Goliath di Amazon.

The People V. O.J. Simpson è la miglior miniserie dell’anno e porta a casa anche la statuetta alla miglior attrice protagonista, vinta da Sarah Paulson per il ruolo di Marcia Clark, l’avvocato dell’accusa nel processo per omicidio al campione di football. Premiata pure The Night Manager, che vince nelle categorie di attore protagonista (Tom Hiddleston), attore e attrice non protagonista, Hugh Laurie e Olivia Colman. Fra i grandi snobbati, spiccano Westworld e The Night Of di Hbo e (purtroppo) The Americans, con i due protagonisti Matthew Rhys e Keri Russell che tornano di nuovo a casa a mani vuote.

Niente da fare, nonostante il successo di pubblico, anche per This Is Us, che ha fruttato alla rete generalista Nbc la prima candidatura in dieci anni nella categoria di serie drammatica. Premiata anche Meryl Streep, con il Cecil B. Demille alla carriera dopo trenta nomination e otto statuette. Durante la serata ha colto l’occasione per attaccare, senza mai nominarlo esplicitamente, il presidente eletto Donald Trump.

Top 5 dei film Nerd di Natale!

By Film, NerdPensiero No Comments

Così cari amici Nerd avete già impacchettato i vostri doni? Avete acceso l’albero? Siete veramente avvolti nello spirito del Natale? State sorseggiando una bella tazza di cioccolata calda? Quello che potrebbe completare una di queste sere festive è un film di Natale… Ma quale scegliere? Ogni anno in questo periodo, le persone sono alla ricerca per l’ultimo film di Natale. Un’attività che lascia la maggior parte di noi esausti e confusi prima di affidarci alla stessa cosa abbiamo già visto mille volte. La chiave per la selezione di un grande film sta in come ti fa stare, se poi capita di essere in vena di qualcosa di nerd, vi aiutiamo noi.
Ecco secondo noi i 5 film di Natale per assecondare il vostro nerd interiore e per farvi divertire fino un po.

5. Santa Clause

A prima vista, la storia di Tim Allen che uccide accidentalmente e poi si trasforma in Babbo Natale non sembra troppo attraente. Ma ci sono un paio di ragioni per le quali questo classico è nella nostra lista. Perché è un fantasy; forse non del calibro de Il Signore degli Anelli o Star Wars, ma una fantasia comunque. Le battute di questo film sono divertenti per gli adulti come per i bambini. La cosa veramente bella di Santa Clause è che prende il presupposto incredibile e lo porta fino a una conclusione logica, emozionante e al contempo divertente.

4. Gremlins

La perfetta combinazione di horror e humour con una scenografia Natalizia! Spielberg riesce a trasformare un regalo di natale dolcissimo in un’esperienza terrificante, catastrofica e quasi sgradita. “Gremlins” fa appello ai nerd scientifici che amano vedere esperimenti che vanno male. Se sei un fan di Frankenstein o di qualsiasi altra pellicola con un mostro da mare, allora questo potrebbe benissimo essere il tuo nuovo film preferito di Natale.

3. Nightmare Before Christmas

Ormai chiunque conosce questo film: il Re Zucca si annoia di celebrare Halloween e decide di continuare l’orrore attraverso Natale. Le capacità tecniche e digitali, dimostrate nel corso di questo racconto spettrale, sono divertenti. Ambientato nel periodo di Natale mantiene il pubblico incollati allo schermo, mentre la sua natura non convenzionale è amata dai nerd in tutto il mondo.

2. S.O.S. Fantasmi

Il Canto di Natale di Dickens… In pieno stile Bill Murray! S.o.s. Fantasmi è uno dei più inquietanti e angoscianti film commedia di natale. Ovviamente, pensato come una commedia, ma troviamo poca comicità, e in effetti le emozioni più presenti del film sembrano essere dolore e la rabbia. Poi però rifletti che il protagonista è il Bill Murray degli anni ’80 e miracolosamente il film diventa ancora più divertente.

1. Mamma ho perso l’aereo

Il più classico dei classici. La storia del piccolo Kevin McCallister che è stato lasciato a casa, da tutta la sua famiglia, volata a Parigi per le vacanze. Forse uno degli aspetti più memorabili di questo film è l’uso delle tecnologie emergenti per scoraggiare e difendersi contro i ladri. Certo nella realtà Kevin sarebbe in pratica un serial killer, ma nel magico mondo del cinema natalizio è solo un ragazzino simpatico e intelligente.

Che siate nerd o no, speriamo che questa lista possa aiutarvi a scegliere il vostro film di Natale per quest’anno! Buon Nerd Natale e felice anno nuovo!!!

Netflix: 5 motivi per amarlo e 5 per odiarlo

By Film, NerdPensiero, Serie TV One Comment

Cari Nerd Lettori, bentrovati. Come molti di voi, anche noi amiamo guardare la televisione e siamo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e originale. Fortunatamente oggi la scelta è molto vasta ma anche tra tv satellitare, Sky e digitale terrestre. Come tutti gli “smanettoni” o meglio i più curiosi d’internet, sanno esiste anche un’altra opzione, lo streaming. Ma i siti di streaming sono per la stragrande maggioranza illegali, e quindi non si dovrebbero usare. Spesso molti ne fanno uso, proprio per saziare la brama di vedere film e serie tv il prima possibile. Vuoi perché non vogliono pagare i costi, spesso alti, dei gestori a pagamento o perché sono programmi che difficilmente arriverebbero nel nostro paese, o solo dopo un anno dalla messa in onda negli altri paesi.
La domanda dunque diventa: Come si può continuare a guardare programmi e film che interessano, pur riducendo le bollette mensili d’intrattenimento video?

Le soluzioni sono diverse. In quest’articolo vorremmo solo evidenziare i punti favorevoli e sfavorevoli del servizio di streaming offerto dalla compagnia che per prima nel mondo ha pensato di creare un network televisivo tramite internet: NETFLIX.

Noi di Nerd Attack siamo innamorati di Netflix ma ciò non di meno cerchiamo di essere il quanto più obbiettivi possibile.

5 MOTIVI PER ODIARE NETFLIX

1. Gli spettacoli non sono aggiornati.
Spesso le serie tv non sono complete, sia perché sono ancora in corso d’opera, sia perché altre volte i network non rilasciano le stagioni ad altri network prima che gli episodi in questione non escano in DVD.

2. Le “Nuove Uscite” sono obsolete.
Può capitare, che in alcuni mesi, i Film che vengono presentati come ultime uscite, siano effettivamente usciti al cinema alcuni anni prima. Con sommo rancore degli utenti

3. Sono in parte responsabili della nascita del Binge Watching.
Il concetto, relativamente nuovo, di “binge watchinhg” è geniale, prevede di avere un intera stagione di una serie a completa disposizione fin da subito. Il problema è che, a parte l’indiscusso problema sociale, che porta alcuni individui ad isolarsi completamente solo per poter guardare tutta una serie in un fine settimana, e a volte oltre, ma fa perdere il gusto di apprezzare le serie settimana per settimana, gli eventi e gli episodi diventano meno distinti. Si ricordano i singoli episodi molto meno, focalizzandosi solo sulla storia totale.

4. Ci sono film più indipendenti di ogni altra cosa.
La maggior parte delle selezione di film di Netflix è di film indipendenti, invece che i film del circuito cinematografico. A onor del vero ultimamente Netflix ha iniziato una massiccia campagna di acquisizione diritti per il sistema on-line, ma il percorso per mettersi “al pari” con i circuiti televisivi è ancora lungo.

5. Riporta in vita troppe serie cancellate.
Ultimamente il Network sta acquistando i diritti per serie cancellate per riproporle nel loro catalogo, rovinando sia il prodotto originale che la memoria del pubblico nei confronti di quelle serie a cui era particolarmente legato.

5 MOTIVI PER AMARE NETFLIX

1. Netflix è conveniente
Tra i servizi online di streaming legali Netflix propone dei pacchetti che lo rendono indubbiamente tra i più, se non addirittura il più, economico del settore. In più Netflix costantemente, sul miglioramento della sua capacità di fornire il proprio prodotto ai propri clienti. E’ incentrato sull’innovazione del suo servizio e della sua tecnologia per essere e rimanere al top del mercato.

2. Netflix non ha MAI annunci pubblicitari
Solo per questo motivo Netflix meriterebbe un premio speciale.
Anche altri servizi di streaming promettono nessuna pubblicità, ma spesso questa promessa non viene mantenuta. Gli utenti di Netflix potranno confermare che i prodotti del network non contengono mai interruzioni commerciali, ne prima, né durante, né dopo la visione

3. Netflix permette accessi simultanei
Netflix può essere visto sulla PS4, Xbox, lettori Blu-Ray, Wii, cellulari, iPad, PC, Macbook, tablet e Google TV, e quasi ogni altro dispositivo multimediale che abbia connessione ad internet. Netflix ne ha fatto un vanto di essere la prima compagnia che ha pensato di diventare fruibile su ogni device dei propri utenti. Ed in ogni luogo, anche solo con il 3G!

4. Netflix ha centinaia di spettacoli televisivi (comprese stagioni complete)
Questo è in contrasto con il 1° punto della precedente lista, ma è vero. Sebbene non siano aggiornate, a volte, le serie di Netflix sono centinaia, e quelle effettivamente presenti nel catalogo sono realmente complete. Con un notevole risparmio economico, piuttosto che andare a comprare i DVD di un intera serie.
La stessa cosa si potrebbe dire per i film da grande schermo.

5. SERIE ORIGINALI
Netflix ha iniziato la produzione di una serie di spettacoli e film originali ed esclusivi per il suo canale, trasformandosi in un reale network d’intrattenimento video. Mostrando una scrupolosa cura per i dettagli, per la parte tecnica artistica e per le storie di qualità, creando lo standard che garantisce ai prodotti originali Netflix garanzia di qualità: Orange is the new black, Narcos, House of Cards, Daredevil, Marco Polo, Stranger things e The Crown solo per citarne alcuni.

L’Inferno di Ron Howard invade l’Italia

By Film No Comments

È raro, ma ogni tanto accade. Ho visto un film di cui già sapevo la trama. Più che altro perché deriva da un libro. Ho visto Inferno, del regista Ron Howard con Tom Hanks, basato sul libro di Dan Brown. Nonostante conoscessi la storia, sono rimasto particolarmente colpito, sia per la bellezza visiva, che va detto, rende molto visto che tutti i libri di Dan Brown, vuoi o non vuoi, sfociano nell’arte e nella visione diversa di opere artistiche.

tom-hanks-inferno-dan-brown-ron-howardIn questo film, il terzo della serie iniziata con Il Codice Da Vinci, l’Italia è predominante. Un vero spot per il nostro paese, che grazie a Firenze ed al sommo poeta Dante, è più che centrale in tutta la trama. Grazie al film di Ron Howard possiamo osservare da vicino il Palazzo Vecchio di Firenze, oltre allo spettacolarità della “Battaglia di Marciano” di Vasari nel Salone dei Cinquecento. Da non sottovalutare anche le altre location come Venezia e Istanbul.

tom-hanks-inferno-dan-brown-ron-howard-3-firenzeLa storia regge, è ben scritta e tutte le indicazioni infernali sono ben caratterizzati. Sicuramente un film ben fatto, ma quello che mi ha fatto storcere il naso è proprio il fatto di conoscere il libro e quindi la storia. Non ci giro troppo intorno, ma non mi va di rovinare l’esperienza a chi non l’ha visto, ma il finale è diverso. Dettaglio non trascurabile.

tom-hanks-inferno-dan-brown-ron-howard-2In conclusione, il film che chiude la trilogia del Professor Robert Langdon è molto piacevole, lascia lo spettatore sbalordito dal punto di vista visivo, merito delle pazzesche bellezze presenti nel nostro territorio. La continua simbologia tra la storia e la vita di Dante permettono di conoscere meglio la nostra storia, che, purtroppo, troppo spesso sottovalutiamo.

Il responso è positivo, anche se c’è l’amaro in bocca della storia modificata, ma è raro. Si sa, ormai siamo abituati a vedere prima i film. Per noi Inferno merita 3 occhialini su 5.

occhiali nerd 3 su 5

X Men Apocalypse: la nostra recensione

By Film, NerdPensiero

Che anno meraviglioso per essere un cinefilo ed un Nerd, nel giro di poco più di due mesi sono usciti ben tre film basati su personaggi nati sulle pagine dei fumetti. Ma non è tutto oro quello che luccica. Ecco la nostra recensione di “X Men Apocalypse”.

L’ultimo capitolo della saga degli X Men è un film difficile da apprezzare, ma anche incredibilmente facile. L’episodio precedente, “X-Men: Giorni di un Futuro Passato”, a parte essere una più che decente trasposizione di uno delle storie più iconografiche dei fumetti dedicati alla razza mutante, è stato anche una fresca, piacevole e coerente avventura che ha continuato il franchising prodotto dalla Fox. La stessa cosa non può essere di Apocalypse, sebbene entrambi i film sono diretti da Bryan Singer e sceneggiati da Simon Kinberg, Apocalypse lascia in bocca un sapore strano. Il ruolo principale e più e di rilievo è affidato proprio ad “Apocalisse”, interpretato da Oscar Isaac ( con viso e corpo completamente coperto protesi), un arci-nemesi faraonica, altrimenti noto come En Sabah Nur, il primo mutante della storia. Quando Apocalisse ricompare dopo più di cinque millenni dopo il suo seppellimento accidentale nella valle del Nilo, decide di riprendere la sua missione di…. incredibile ma vero, conquistare il mondo, umano in questo caso.

X Men Apocalypse 2

Il franchise di “X-Men” ha avuto i suoi alti e bassi, indubbio è il fatto che con la nuova storyline, iniziata con Prima Classe la Fox ha intrapreso un cambio di rotta, che fino a questo momento sembrava la scelta più azzeccata. Purtroppo X Men Apocalypse perde quell’equilibrio delicato tra storia, effetti speciali e giovani leve di attori. Questo nuovo capitolo della saga crea, o meglio allarga il profondo divario tra gli intenditori dei fumetti e gli spettatori cinematografici che cercano qualcosa di più in una saga di supereroi che l’incessante parlare della potenza dei singoli personaggi. Ma il film ha delle lacune di storia che non possono essere ignorate. Come la presenza di personaggi che da soli potrebbero risolvere il problema ma vengono “tenuti a freno” fino all’ultimo momento possibile o ancora la riscrizione completa di altri personaggi, amati dal grande pubblico e mal utilizzati nella pellicola (ad esempio Angelo/Arcangelo) Come in precedenti episodi, una delle principali preoccupazioni è la persecuzione di mutanti — i mutanti buoni, come il team degli X-Men, che utilizzano i loro superpoteri per il bene dell’umanità.

X Men Apocalypse 3Ma Apocalisse, vuole purificare il nostro povero pianeta sfruttando il potere mutante per i propri fini malvagi. Egli vede i mutanti e soprattutto il telepatico Professor Charles Xavier (James McAvoy), come il mezzo per un fine che è stato sognato fino ad allora solo da Google o Steve Jobs— controllare ogni mente nel mondo. Quando Apocalisse penetra Cerebro, sistema di rilevazione mutante del professor X, Charles dice, con una miscela di orrore e di esaltazione, “Non ho mai sentito un potere come questo prima!”. Michael Fassbender riprende i panni di Magneto, il disilluso mutante sopravvissuto all’Olocausto, altrimenti conosciuto come Erik Lehnsherr. Anche Jennifer Lawrence torna a indossare i panni, e non il make up, di Mystica, con una interpretazione che non è proprio quello che ci si aspetta da un premio oscar come lei. Ma allora perché questo film piace, pur avendo tutti gli elementi per essere un film a malapena mediocre? Probabilmente perché è uscito un mese e mezzo dopo il disastroso Batman vs Superman e tre settimane dopo l’appena decente Captain America Civil War, due film che hanno promesso molto ma alla fine non hanno saputo mantenere le proprie promesse. Se X Men Apocalypse fosse uscito nei cinema a molta distanza dagli altri due probabilmente sarebbe stato molto più deludente di quanto è stato.

Per i nerd è 3 ½ occhialini su 5

occhiali nerd 3.5 su 5

Captain America: Civil War – Il Marvel Cinematic Universe è realtà

By Film, NerdPensiero

Chi l’avrebbe mai detto, dodici film e $ 9 miliardi di incassi fa, che il Marvel Cinematic Universe sarebbe diventato una realtà consolidata!? Certo I fan lo speravano, ma nessuno ci credeva realmente, un intero universo video che collega I supereroi era pur fantascienza. Eppure la scommessa lanciata dalla Marvel Studios ha avuto I suoi frutti. A otto anni dal debutto del primo film Marvel (Iron Man, 2008) arriva sul grande schermo, Capitan America: Civil War il 13 ° film Marvel Studios.

Pellicola diretta da Joe e Anthony Russo, Civil War è un gradevole film corale, che pur essendo palesemente, visto anche il titolo, un film il cui protagonista è Capitan America, riesce a coinvolgere un cast di comprimari di tutto rispetto, affrontando l’excursus emozionale di quasi tutti I personaggi I maniera equilibrata e credibile.

In questo capitolo della saga Marvel, Capitan America/Steve Rogers (Chris Evans) e Iron Man/Tony Stark (Robert Downey Jr) si affrontano in una vera e propria guerra civile tra supereroi. Nella storia infatti l’ONU vuole portare i nostri eroi sotto il proprio controllo. Una parte degli Avengers, guidati da Stark e comprendente, incredibilmente la Vedova Nera (Scarlett Johanson), Visione (Paul Bettany), Pantera Nera (Chadwick Boseman) e War Machine (Don Cheadle) appoggiano da subito l’iniziativa. Ma la fazione giudata da Cap, tra cui – il Soldato d’inverno (Sebastian Stan), Falcon (Anthony Mackie), Scarlet Witch (Elizabeth Olsen), Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Ant-Man (Paul Rudd) – si ribellano nel timore di poter essere strumentalizzati dalle “forze del male”. Naturalmente, hanno ragione: un misterioso dottore (Daniel Brühl) sta scavando nel passato di Bucky, quando era un assassino dell’Hydra e in particolare una missione di 1991, che la pellicola rivisita in diversi flashback.

Il terzo film del capitolo relativo a Capitan America, prende spunto, sia come titolo che come storia da una delle più famose miniserie della Marvel Comics, Civil War appunto, in cui a causa di un’esplosione causata da un supercriminale di nome Nitro, un intero paese venne spazzato via di colpo, e centinaia di persone, compresi moltissimi bambini, persero la vita. Dopo questa vicenda tragica, il governo degli Stati Uniti e l’organizzazione S.H.I.E.L.D., dopo pressioni fatte dai cittadini superstiti e dal resto della popolazione, decidono di introdurre il cosiddetto “Atto di Registrazione dei Superumani”. A differenza del fumetto il film non riesce a cogliere appieno la spaccatura ideologica e morale che permea il fumetto, facendo risultare questa pellicola sicuramente gradevole ma sicuramente non un capolavoro.

Nel film viene anche introdotto il nuovo Spider-Man (Tom Holland), vera e propria rivelazione. Benché il pubblico già sapesse della presenza di questo personaggio nel film nessuno sapeva come sarebbe stato presentato e rispetto alle incarnazioni precedenti lo Spider-Man di Holland rispecchia le caratteristiche di uno dei personaggi più conosciuti e amati nel mondo, sia con e senza maschera. Il punto di forza della scena introduttiva di Peter Parker è sicuramente l’ottima maniera in cui sono riusciti a dire la famosa frase, chiave per l’uomo ragno, “da un grande potere derivano grandi responsabilità” senza effettivamente dire queste ormai trite e ritrite parole.

Pur essendo un film di 2 ore e mezza Civil War scorre in maniera godibile senza tempi morti, ed in fin dei conti è il film sui supereroi che tutti si aspettavano di vedere: super scazzottate, un po’ di ilarità e tanti effetti speciali, con un po’ di morale. Per i nerd è 3 occhialini su 5.

David di Donatello: trionfo per Lo chiamavano Jeeg Robot

By Film, NerdPensiero

Trionfo per “Lo chiamavano Jeeg Robot” ai David di Donatello, che si porta a casa 7 statuette soprattutto grazie ai propri attori: Miglior attore protagonista Claudio Santamaria, Miglior attrice protagonista Ilenia Pastorelli, Miglior attrice non protagonista Antonia Truppo e Miglior attore non protagonista Luca Marinelli, facendo un vero all-in. Protagonista della serata anche la pellicola “Perfetti sconosciuti” che si aggiudica i premi più importati: Miglior film e Miglior Sceneggiatura ed è pronta a lanciare una commedia verso dei remake esteri.  Matteo Garrone con il suo ambizioso “Il racconto dei racconti – Tale of Tales” si assicura il David per la Miglior Regia.

La serata scorre veloce, soprattutto grazie alla mano della produzione di Sky che ha portato al format una freschezza ben diversa rispetto le ultime dirette targate RAI. La trasmissione è stata trasmessa in chiaro anche sul canale TV8 (ex MTV, sempre della famiglia di Sky). A condurre, un sempre ottimo Alessandro Cattelan. Si può fare uno spettacolo televisivo godibile, contemporaneo, senza lungaggini soporifere e farlo finire a un orario decente? Sì, a Sky lo avevano già dimostrato con X Factor e Italia’s got Talent, ma ci sono riusciti persino con una cerimonia di premiazione con oltre venti categorie.

La prima parte della cerimonia è stata sicuramente di un livello che difficilmente si trova in Italia. Il video introduttivo, un lungo sketch con Cattelan, i The Jackal e nientemeno che Paolo Sorrentino, era divertente, ironico e autoironico. Non sembrava di stare a Tiburtina, diciamocelo. E soprattutto non sembrava di stare ai David di Donatello, cioè quei premi presentati due anni fa da Paolo Ruffini che aveva dato della “bella topa” a Sophia Loren, giusto per inquadrare il pregresso di questa disgraziata serata cinematografica.

Andando avanti con la consegna dei premi, ovviamente il ritmo è calato, ma la conduzione di Cattelan ed i contributi video dei The Jackal permettono alla squadra di Sky di portare tranquillamente a casa i complimenti di tutti.
Soprattutto di quelli che ormai erano rassegnati alla RAI.

Batman vs Superman: Dawn of Justice – La nostra recensione

By Film, NerdPensiero

Salve amici Nerd, ecco la recensione del film Dc che tanto abbiamo atteso Batman vs Superman Dawn of Justice.

La Dc Comics non è certo nota per essere salita a bordo il treno dei film sui supereroi al momento giusto, ma con questo titolo tutti speravano nel miracolo, che a parer nostro non è arrivato. Il film per la regia di Zack Snyder è partito in quarta per restare fermo appena fuori dalla linea di partenza. Ma procediamo per tappe. Batman vs Superman è in realtà un sequel de L’Uomo d’Acciaio, alla fine di quel film, Superman salva Metropolis, e il mondo intero, dalla piccola milizia di kriptoniani superstiti capitanati dal cattivissimo Generale Zod, nello scontro parte della città viene distrutta e centinaia o migliaia di persone perdono la vita. Questa è la premessa principale che spinge Batman a prepararsi, e cercare, lo scontro con questo alieno, venerato quasi come un dio in terra, prima che si possa “annoiare dell’umanità”. Fino a qui tutto fila liscio, ma da questo punto in poi la storia si complica.

Non voglio rovinare il film per chi non l’ha ancora visto, ma personalmente non mi ha colpito. Elementi positivi ce ne sono e meritano di essere presi in considerazione: Ben Affleck è superbo nell’interpretazione di Bruce Wayne, ma il copione non rende giustizia ad un personaggio che viene considerato il più grande detective vivente. Superman (Henry Cavill), d’altro canto si comporta come un alieno sulla terra che cerca di integrarsi, il che avrebbe senso, se non fosse cresciuto fin da bambino nelle campagne del Kansas. Wonder Woman (Gal Gadot) è il personaggio che tutto sommato risulta più credibile e coerente in relazione con il materiale di base. Lex Luthor (Jesse Heisenberg) è decisamente una mente brillante, che ricorda sotto molti punti di vista Joker piuttosto che la nemesi di Superman. Ma la struttura narrativa e le scelte del film in generale lasciano perplessi, come ad esempio la scena onirica di Batman e la visione di Flash del furto che fanno storcere il naso.

Il problema del film è che cerca di condensare un intero universo, quello della Dc Comics dentro un unico film, mentre la Marvel ha avuto ben 12 film a disposizione con cui costruire e esplorare il loro universo. Chi non ha letto I fumetti e va a vedere Batman vs Superman Dawn of Justice si trova davanti un film graficamente perfetto, ma a livello di storia trova un prodotto contorto, con un chiaro senso di “mancanza”, cioè di qualche elemento mancante per poterlo capire appieno. Chi invece è fan dei fumetti e conosce già I personaggi, si ritrova davanti una cacofonia di elementi che se a primo impatto possono sembrare eccezionali, a guardare meglio cozzano l’un l’altro, creando un film poco gradevole e molto confusionario.

Per i nerd è 2 occhialini e mezzo.

occhiali nerd 2.5 su 5