Che anno meraviglioso per essere un cinefilo ed un Nerd, nel giro di poco più di due mesi sono usciti ben tre film basati su personaggi nati sulle pagine dei fumetti. Ma non è tutto oro quello che luccica. Ecco la nostra recensione di “X Men Apocalypse”.
L’ultimo capitolo della saga degli X Men è un film difficile da apprezzare, ma anche incredibilmente facile. L’episodio precedente, “X-Men: Giorni di un Futuro Passato”, a parte essere una più che decente trasposizione di uno delle storie più iconografiche dei fumetti dedicati alla razza mutante, è stato anche una fresca, piacevole e coerente avventura che ha continuato il franchising prodotto dalla Fox. La stessa cosa non può essere di Apocalypse, sebbene entrambi i film sono diretti da Bryan Singer e sceneggiati da Simon Kinberg, Apocalypse lascia in bocca un sapore strano. Il ruolo principale e più e di rilievo è affidato proprio ad “Apocalisse”, interpretato da Oscar Isaac ( con viso e corpo completamente coperto protesi), un arci-nemesi faraonica, altrimenti noto come En Sabah Nur, il primo mutante della storia. Quando Apocalisse ricompare dopo più di cinque millenni dopo il suo seppellimento accidentale nella valle del Nilo, decide di riprendere la sua missione di…. incredibile ma vero, conquistare il mondo, umano in questo caso.
Il franchise di “X-Men” ha avuto i suoi alti e bassi, indubbio è il fatto che con la nuova storyline, iniziata con Prima Classe la Fox ha intrapreso un cambio di rotta, che fino a questo momento sembrava la scelta più azzeccata. Purtroppo X Men Apocalypse perde quell’equilibrio delicato tra storia, effetti speciali e giovani leve di attori. Questo nuovo capitolo della saga crea, o meglio allarga il profondo divario tra gli intenditori dei fumetti e gli spettatori cinematografici che cercano qualcosa di più in una saga di supereroi che l’incessante parlare della potenza dei singoli personaggi. Ma il film ha delle lacune di storia che non possono essere ignorate. Come la presenza di personaggi che da soli potrebbero risolvere il problema ma vengono “tenuti a freno” fino all’ultimo momento possibile o ancora la riscrizione completa di altri personaggi, amati dal grande pubblico e mal utilizzati nella pellicola (ad esempio Angelo/Arcangelo) Come in precedenti episodi, una delle principali preoccupazioni è la persecuzione di mutanti — i mutanti buoni, come il team degli X-Men, che utilizzano i loro superpoteri per il bene dell’umanità.
Ma Apocalisse, vuole purificare il nostro povero pianeta sfruttando il potere mutante per i propri fini malvagi. Egli vede i mutanti e soprattutto il telepatico Professor Charles Xavier (James McAvoy), come il mezzo per un fine che è stato sognato fino ad allora solo da Google o Steve Jobs— controllare ogni mente nel mondo. Quando Apocalisse penetra Cerebro, sistema di rilevazione mutante del professor X, Charles dice, con una miscela di orrore e di esaltazione, “Non ho mai sentito un potere come questo prima!”. Michael Fassbender riprende i panni di Magneto, il disilluso mutante sopravvissuto all’Olocausto, altrimenti conosciuto come Erik Lehnsherr. Anche Jennifer Lawrence torna a indossare i panni, e non il make up, di Mystica, con una interpretazione che non è proprio quello che ci si aspetta da un premio oscar come lei. Ma allora perché questo film piace, pur avendo tutti gli elementi per essere un film a malapena mediocre? Probabilmente perché è uscito un mese e mezzo dopo il disastroso Batman vs Superman e tre settimane dopo l’appena decente Captain America Civil War, due film che hanno promesso molto ma alla fine non hanno saputo mantenere le proprie promesse. Se X Men Apocalypse fosse uscito nei cinema a molta distanza dagli altri due probabilmente sarebbe stato molto più deludente di quanto è stato.
Per i nerd è 3 ½ occhialini su 5