Ammettiamolo, nessuno conosceva, o prendeva in considerazione i Guardiani della galassia prima che la Marvel ci facesse un film nel 2014. E poi tutti noi lo abbiamo amato. Il fumetto, creato nel 1969, sembrava una versione light degli Avengers. Ma sul grande schermo, ha raggiunto un quasi perfetto effetto action-comico, grazie soprattutto allo sceneggiatore e regista James Gunn. I Guardiani della galassia hanno fatto jackpot al box-office a livello mondiale (773 milioni di dollari), mostrandoci come il fascino sconnesso e l’inganno sfuggente potrebbero essere il solo antidoto alla solita formula hollywoodiana. Ci doveva essere un sequel.
Guardiani della galassia Vol. 2 non può corrispondere alla sorpresa del sneak-attack del suo predecessore. Puoi farlo solo una volta. La buona notizia, però, è che il follow-up, pur assumendo alcuni blocchi di CGI e la lentezza del sequel, non ha perso il suo amore per la follia ispirata. Andare a zonzo con Star Lord e con i suoi disadattati mercenari spaziali è ancora tutto quello che vorresti in un selvaggio blockbuster estivo. Oltre a Chris Pratt (Star Lord), virtuoso con un certo fascino scanzonato, Zoe Saldana è tornata come Gamora, l’assassina di colore verde che continua a bloccare i progressi emotivi di Star Lord. C’è il campione di wrestling Dave Bautista, uno spassoso e pazzo Drax il Distruttore. E poi c’è Rocket, il procione alterato ciberneticamente, doppiato da Bradley Cooper. Infine Baby Groot, un simpatico frammento di corteccia di albero delicatamente pronunciato da Vin Diesel che, qualunque sia la situazione, cigola le stesse tre parole: “Io Sono Groot”. Una stupenda spalla comica…violenta.
La trama? Questa volta, Peter Quinn, cioè Star Lord, e il suo equipaggio sulla nave spaziale stanno correndo da una razza dorata di alieni che si chiamano i Sovereign, che li ha ingaggiati per proteggere le batterie che fanno funzionare questi extraterrestri. I Guardiani scatenano l’ira dell’alta sacerdotessa Ayesha (Elizabeth Debicki) quando Rocket ruba alcune batterie per se stesso. Si verifica una battaglia spaziale che provoca la caduta della nave sul pianeta forestale Berhart. Su questo nuovo mondo i guardiani vengono raggiunti da Ego, il pianeta vivente (Kurt Russell), un essere astrale che apparentemente è il padre di Quinn.
Non voglio percorrere ulteriormente il territorio dello spoiler, salvo per dire che i legami familiari sono radicati nel DNA di questo copione. Non solo Quinn ed Ego, ma Star Lord e suo padre surrogato, Yondu (Michael Rooker), il capo del Ravager che prima ha rapito Quinn da bambino e poi l’ha usato nella sua battaglia tra cacciatori di taglie.
Ma il film comunque ha delle pecche, che tutto sommato nella visione d’insieme non lo rende per niente sgradevole.
Guardiani della galassia Vol. 2 è esattamente quello che promette di essere un film di fantascienza scanzonato, divertente, pieno di azione e con un po’ di cuore.
Per i Nerd è 3 occhialini e mezzo.