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nerd attack Archivi - Pagina 3 di 6 - Nerd Attack

Le eroine cinematografiche più amate dal grande pubblico

By Film, NerdPensiero No Comments

Gli americani non hanno dubbi al riguardo: la più amata è proprio lei, la bellissima e tenace Hermione Granger (Emma Watson), ammirata a tal punto da rubare lo storico primato alla raffinata Holly Golightly (Audrey Hepburn) e alla sua colazione da sogno.

Sarà che le principesse sono cadute nel dimenticatoio da un bel po’ o che qualsiasi donzella che si rispetti preferisca un’ avventura mozzafiato ai diamanti di Tiffany, ma il binomio diva-bambola non convince più come una volta. È chiaro che la bellezza non passerà mai di moda ma la donna che vive esclusivamente in funzione della sua dimensione emotiva e che confida sulla possibilità di trovare un uomo facoltoso per alleggerirsi di qualche responsabilità non può più trovare spazio sul gradino più alto del podio.

Nella società contemporanea le priorità sono altre, di conseguenza le eroine mutano forma e contenuto senza, però, calpestare il ricordo di ciò che è stato. Fa riflettere, infatti, un dato significativo: nella classifica del pubblico a stelle e strisce passato e presente continuano a convivere in armonia. Dunque, al terzo posto troviamo la mitica-indimenticabile-intramontabile Leia Organa (Carrie Fisher), imperatrice stellare e maestra di stile che mi auguro rimanga sul podio nei secoli a venire (finché ciò accadrà l’immaginario collettivo sarà degno di stima), al quarto posto lasciamo che ci strappi un sorriso consapevole e nostalgico Mary Poppins (Julie Andrews), la tata ideale dei bambini dal 1964 a oggi, mentre al quinto posto incontriamo la roccia Sarah Connor (Linda Hamilton), guerriera coraggiosa e madre del prescelto, il che è già un motivo sufficiente per garantirle la duratura approvazione all’unisono.

L’unico aspetto che lascia perplessi è la postazione di Mia Wallace (Uma Thurman), dal momento che l’ape regina per eccellenza trova spazio soltanto al dodicesimo posto della lista. Premettendo che avrei messo ben volentieri al collo della sposa più bella che gli stanchi occhi di Bill abbiano mai visto la medaglia d’oro, mi risulta difficile, se non incomprensibile, la ragione per cui una come Mia possa guadagnare un misero dodicesimo posto. Ma i gusti, si sa, sono insindacabili.

A questo punto, sarebbe interessante scoprire quali sorprese ci riservi il pubblico italiano, dal momento che il Bel paese può vantare una carrellata di mostri sacri in gonnella da fare invidia a chiunque, a volte persino alla Hollywood Factory che, tuttavia, vince facile perché gioca sui grandi numeri. Da Anna Magnani a Monica Vitti, da Sofia Loren a Claudia Cardinale, da Margherita Buy a Laura Morante e Claudia Gerini che continuano a mantenere alto il buon nome delle attrici italiane, si potrebbe elencare una serie infinita di personaggi femminili che ci hanno regalato grandi emozioni e, perché no, parecchi sorrisi.

I più attempati ricorderanno con piacere Assunta (Monica Vitti), la spassosissima ragazza con la pistola che si trasferisce nel Regno Unito per combinarne di tutti i colori o si commuoveranno pensando alla sfortunata Pina (Anna Magnani) schiacciata sotto il peso di una Roma affamata e crudele. Il fascino di Adelina/Anna/Mara (Sofia Loren) di Ieri, oggi, domani, invece, è scolpito tanto nella memoria dei più maturi quanto in quella dei giovani perché la Loren, così come la Cardinale sono il simbolo della bellezza e del talento mediterraneo, lo stesso che ha fatto gola anche a tanti registi oltreoceano.

Infine, anche gettando lo sguardo sul cinema contemporaneo si trovano delle piacevoli conferme. Chi non è rimasto senza parole di fronte al carisma con cui Antonia (Margherita Buy) ha trascinato nel suo universo caotico l’adorabile esercito di Fate ignoranti o chi non ha riso a crepapelle durante le nozze di Jessica (Claudia Gerini), considerate le più tamarre della storia del cinema italiano? E, se non bastasse, chi gradisce particolarmente la dimensione culturale non può non apprezzare gli irresistibili personaggi nevrotici e intellettuali interpretati da Laura Morante.

Ce n’è per tutti i gusti, insomma! Donne forti, spontanee, comiche, fiere del proprio vissuto e sprezzanti dell’opinione comune. Donne che, per un motivo o per un altro, ci hanno fatto sognare.

Next stop: ETNA COMICS 2017!

By Eventi No Comments

Anche quest’anno i Nerd Attack saranno all’ETNA COMICS!
Erick, Jhonny e Francesco saranno i tra i presentatori sul profilo Facebook della manifestazione di Catania che si svolgerà dal Primo al 4 di Giugno presso le Ciminiere!
Rimani collegato per scoprire tutto sulla fiera cult siciliana!

Fabrizio Biggio e Antonio Mannino ospiti di Nerd Attack!

By Radio No Comments

Nella puntata di questa sera di Nerd Attack, in onda su Radio 102, i conduttori Erick Cannamela, Jhonny JXJ e Francesco Tarantino avranno ospiti ed intervisteranno Fabrizio Biggio e Antonio Mannino!

Molti ricorderanno Fabrizio Biggio soprattutto per via del duo comico “I Soliti Idioti” insieme a Francesco Mandelli, ma ha fatto tantissime altre cose. E’ nato a Firenze nel 1974 e in Tv ha esordito a Mtv con la trasmissione Mtv Select. Da quel momento in poi ha condotto diverse trasmissioni sempre sul canale musicale, tra le quali anche lo storico TRL – Total Request Live fino ad arrivare alla consacrazione con la serie tv I Soliti Idioti, da cui sono nati anche due film campioni d’incassi ai botteghini. Ha esordito su Rai Due grazie allo show Meglio Tardi che mai. Fabrizio Biggio è anche un fumettista, inventore delle storie di “Pene e Vagina”.

Dopo l’esclusiva fornita a Nerd Attack, Antonio Mannino, direttore di Etna Comics, torna in diretta su Radio 102 e ci racconterà tutto quello che accadrà nelle fiera etnea. L’Etna Comics, che si svolgerà a Catania da Giovedì 1 a Domenica 4 Giugno, è la quarta esposizione sul mondo videoludico più grande in Italia. Lo scorso anno, l’Etna Comics, ha registrato 73 mila presenze.

Vi aspettiamo questa sera dalle ore 21.00 alle 22.30!

Remake, reboot e sequels. Perché Hollywood continua a farli

By Film, NerdPensiero No Comments

“Remake” è la parola preferita dagli studios Hollywood. Fin da quando si sono iniziati a fare film, ci sono stati registi, produttori e scrittori che chiedono di riproporre tutto ciò che era già stato presentato sul grande schermo. Perché? Perché a volte funziona davvero. Senza l’originale Scarface del 1932, il pubblico non avrebbe mai avuto il successivo capolavoro del 1983 interpretato da Al Pacino. Lo stesso vale per Ocean’s Eleven, Il Falcone Maltese, A qualcuno piace caldo e altre gemme di Hollywood. Se iniziate a studiare la storia del cinema di esempi del genere ne troverete parecchi. Certo è indubbio che le motivazioni che spingono a produrre un remake sono molte. C’è la volontà di rendere giustizia ad una storia che probabilmente nel momento in cui è stata originariamente proposta la tecnologia non era adatta, o semplicemente perché si vuole far conoscere la stessa storia ad un pubblico più adulto o più giovane, dunque modificandone tutto, o poco, tranne che il messaggio centrale, o semplicemente perché si vuole giocare sul sicuro riproponendo di base la stessa storia, a parte qualche piccolo dettaglio. Purtroppo però ultimamente, sembra che ci sia un trend crescente: rifare film, con un grande budget, grandi classici entrati di diritto e di prepotenza nel tessuto socio culturale della nostra civiltà. Se da un canto i motivi artistici sono diversi, anche più di quelli proposti da noi, dal lato degli studios il motivo per fare un remake, un reboot o un sequel è uno e uno soltanto: i SOLDI!

Beh, è semplice. I riavvio a dirsi, ma i remakes, i reboot e i sequels, sono più redditizi dei sogni più selvaggi. I film che hanno già avuto un grande successo sono film garantiti, cioè hanno già un seguito garantito che andrà a vedere il film sul grande schermo. Per non parlare del merchandising, già perché non sono solo i film singoli e auto conclusivi che vengono “violati” ma soprattutto i franchise e le saghe. Più che mai, gli studi di Hollywood stanno diventando dipendenti dai franchise passati, facendo di tutto per tenerli vivi. Un franchising che aveva tutto questo e più a suo favore è stato il “Jurassic Park” franchise, con il suo reboot-sequel 2015, “Jurassic World”. Non è stato solo in grado di dimostrare che i remake hanno ancora le gambe, ma è stato anche in grado di dimostrare che i reboot possono superare l’originale con un record di 208,8 milioni di dollari solo negli USA e solo nel week end di uscita, secondo la rivista di intrattenimento Variety. Anche “Star Wars: The Force Awakens”, ha fatto 247 milioni di dollari nel suo debutto negli U.S.A., ma molti altri sono stati dei flop, uno per tutti “Total Recall, Atto di Forza”.

Il vero problema è che a volte quando si ripropone un film già visto, ci si deve scontrare con molto più che il film stesso, come i ricordi e le emozioni delle persone che lo hanno già visto. E’ come dire che dopo anni in di matrimonio o anche dopo anni di mangiare il vostro piatto preferito esattamente quando volete, qualcuno vi proponga la stessa medesima cosa o la stessa persona, con qualche piccolo dettaglio diverso. Come la prendereste? A voler essere polemico si potrebbe dire che Hollywood ha finito le idee nuove negli anni 90, ma ancora oggi escono pellicole indipendenti, cioè non prodotti dai grandi studios che sono vere e proprie gemme, semmai verrebbe da dire che Hollywood preferisce rifare cose già fatte piuttosto che trovare nuove idee o quantomeno originali. Ma la verità è che il pubblico andrà sempre e comunque al cinema a vedere quei film perché il lavoro del cinema e’ quello di far sognare, con qualsiasi mezzo possibile. E purtroppo, o per fortuna, ci riescono benissimo.

Nerd Kitchen e Rave Tube ospiti di Nerd Attack

By Radio No Comments

e Rave Tube saranno ospiti in studio della trasmissione Nerd Attack, come sempre in onda su Radio 102 dalle 21.00 alle 22.30.

Andrea Marino (Rave Tube) nasce come disegnatore e blogger. Da sempre appassionato di videogiochi, trasmette l’emotività e i valori dei medesimi sul suo canale, con oltre 100 video caricati che ne parlano in modo eccentrico! Di recente si occupa di Cubeecraft (figure di design in carta), app per smartphone, e approfondimenti sul mondo di Metal Gear Solid, grazie anche alla pagina Metal Gear International (attualmente la più conosciuta in Italia come pagina fanbase di Metal Gear). Non mancano poi sketch comici su Facebook insieme al collega youtuber Papateo. Insomma, in 3 anni di attività potrete trovare nel suo canale poliedricità a tutto tondo.

Giulia Vaiana (Nerd Kitchen), è una youTuber palemitana, amante della creatività in tutti i suoi generi, incontra il mondo del cosplay dal 2009, amando questa passione per la sua possibilità di spaziare in maniera fantasiosa in diversi ambiti della creatività, dalla sartoria e il fai da te a tantissimo altro, applicando gli studi artistici.
Nel 2012 scopre il cake design, una passione travolgente che nel 2014 la spinge ad aprire un canale YouTube di cucina molto particolare, Nerd Kitchen, dove la golosità e le sue passioni si uniscono per realizzare svariati patti a tema Nerd come la burrobirra di Harry Potter, i bento giapponesi, le ciambelle dei Simpsons le uova di drago (ovviamente di cioccolato) e chi più ne ha più ne metta.
Da più di un anno lavora in RAI come tutor di cucina creativa del programma Detto Fatto, realizzando tutorial di cucina colorati e divertenti e trasmettendo la sua passione a tantissima gente, dentro e fuori il web.

I due YouTuber si concederanno alle domande ed alle curiosità degli speaker Erick Cannamela, Jhonny JXJ e Francesco Tarantino. I fans trapanesi potranno incontrare Rave Tube e Nerd Kitchen negli studi di Radio102 o mandare le proprie domande al 327 37 91 200 via messaggio o tramite le app Whatsapp e Telegram.

Vi aspettiamo numerosi!

Disney, tra passato e futuro. I live action sono l’evoluzione o la rovina?

By Film, NerdPensiero No Comments

È la moda degli ultimi anni. È inutile girarci intorno. Bisogna capire se tutto questo nasce per una mancanza di fantasia o semplicemente la Disney vuole sfruttare, nuovamente, dei brand che sono dei classici ma ormai sopiti, con delle potenzialità ma già “antichi”.

I remake in live action sono una realtà. I primi esperimenti furono La Carica dei 101 diretto da Stephen Herek, con una temibile Glenn Close nei panni di Crudelia. Un buon prodotto il primo. Il secondo abbastanza mediocre.

La vera rivoluzione si ha in questo decennio e probabilmente è tutta colpa di Tim Burton e Johnny Depp. Dei geni prestati al mondo disneyano che hanno riportato in vita il magico universo di Lewis Carroll di Alice. Anche in questo caso, il primo film è stato un successo planetario che ha “costretto” la Disney a lanciare questa nuova moda. Rifare tutti i vecchi cartoni animati in film, con attori in carne e ossa. Come La Carica 101, però, il sequel di Alice è stato deludente.

Il dado ormai era tratto. L’apprendista stregone fu un mezzo flop. Maleficent, dedicato alla strega Malefica de La bella addormentata nel bosco, interpretata da Angelina Jolie, nel 2014 ha confermato che la strada di Alice in Wonderland si poteva percorrere ancora. Successo pazzesco 180 milioni di costo, 758 d’incasso, not bad.

Altro grande classico tornato in vita è Cenerentola, uscito nel 2015 con la regia di Kenneth Branagh. Cast stellare, con Lily James, Richard Madden, Cate Blanchett e Helena Bonham Carter. Storia non modificata, anche se non è stato un enorme successo 95 milioni di budget per 543 di ricavi.

Diversamente, la miglior trasposizione al momento è Il libro della giungla (2016) di Jon Favreau, regista dei primi due Iron Man, che ha miscelato il cartoon Disney del 1967 con temi reali di Kipling: 175 il costo, addirittura 966 l’incasso. Qui probabilmente la casa di Topolino e company realizza di poter sfruttare a piene mani i grandi classici. Arriva La bella e la bestia, un musical dove la Disney sguazza come i vecchi tempi. Qualitativamente non eccezionale ma sicuramente un successo.

Il futuro non sarà molto diverso. Ormai la strada è segnata. Il prossimo anno vedrà tornare al cinema nel suo remake live action Mulan.

Successivamente sarà la volta di Dumbo. Con la regia di Tim Burton. Pausa scenica. E vedrà tra gli attori protagonisti Eva Green, Colin Farrell e Danny DeVito. Altra pausa scenica. La pellicola potrebbe essere realmente fuori di testa e psichedelica.

Ma non finisce qui. Sono in pre-produzione film come Cruella (avete presente Maleficent? Però con Crudelia De Mon), Tink (dedicato a Trilli / Campanellino), Winnie the Pooh (probabilmente un ibrido tra riprese in live action e CGI), Pinocchio, Genies (prequel di Aladdin), Aladdin stesso, La spada nella roccia, Rose Red (sulla sorella di Biancaneve), Peter Pan, La sirenetta, Il re leone, un sequel per Maleficent, un sequel per Il libro della giungla e una nuova versione di James e la pesca gigante.

Insomma. Per il futuro la Disney si tuffa nel passato. In alcuni casi con ottimi risultati raggiunti, in altri con dei flop. Ma la domanda chiave è: non saranno un po’ troppi tutti questi progetti? Perché non si produce più nulla di nuovo?

La Fantasia è finita od ormai la Disney è semplicemente una azienda che deve fare soldi? Quando il motto di Walt, “Se puoi sognarlo, puoi farlo!”, si è trasformato in “Se puoi fare soldi facili, devi farli”?

Logan, il viaggio umano di un supereroe

By Film, NerdPensiero No Comments

È stata una strada lunga e tortuosa per il Wolverine di Hugh Jackman. Dal momento in cui il mondo ha conosciuto il genere supereroistico moderno con X-Men del 2000, lui è stato presente per quasi tutte le sue fasi, sia alti che bassi. Dopo nove apparizioni nel ruolo, Jackman è pronto per appendere definitivamente gli artigli al chiodo. Ma la sua ultima apparizione come Logan è il degno addio che il pubblico, i fans e la critica si aspetta.

L’anno è il 2029 e non nascono più mutanti da 25 anni. La maggioranza della razza mutante è morta e Wolverine alias Logan (Hugh Jackman) ora utilizza il suo nome di battesimo, ovvero James Howlett e si guadagna da vivere come un autista di limousine. I suoi poteri di guarigione hanno ormai iniziato da tempo a diminuire. Inoltre, per completare il tutto, Logan si trova ad accudire, in una struttura abbandonata vicino al confine degli Stati Uniti e Messico, il vecchio e malato professor Charles Xavier (Patrick Stewart), ora novantenne e classificato da parte del governo degli Stati Uniti come “arma di distruzione di massa” proprio a causa della sua incapacità di controllare al completo i suoi poteri mentali.

Questa è la premessa del terzo capitolo della saga dedicata al celeberrimo mutante con gli artigli di adamantio. Diretto da James Mangold, già regista di Wolverine l’immortale, Logan è il punto di arrivo di un raccordo iniziato diciassette anni. Logan è un film che non teme il confronto con il cinema mainstream, poiché anche se Logan si ispira liberamente alle famose graphic novel Marvel “Old Man Logan” e, “La Morte di Wolverine” (anche se in pochi hanno colto questo adattamento), il film ha molto di più in comune con pellicole del calibro di The Grey di Joe Carnahan. Logan (scritto da Mangold stesso) è un film maturo in cui il protagonista si imbarca in un esame personale, nel pieno di una lotta con il proprio senso di mortalità, mentre si ritrova ancora una volta a dover combatter una battaglia che non sente realmente sua.

Logan è esattamente il genere di film che i fans hanno aspettato per quasi venti anni, in cui la Fox ha acconsentito a realizzare una storia più simile, se non altro graficamente, all’essenza del personaggio fumettistico piuttosto che la sua versione, a tratti edulcorata, presentata al pubblico precedentemente. Ma questo capitolo conclusivo della trilogia ha anche un altro enorme merito, conferma esattamente quello che aveva promesso con il trailer. Trailer che sfoggia una colonna sonora d’eccezione “Hurt” di Johnny Cash. Canzone che sembra essere una profezia, poiché nel suo testo è sibillinamente descritto lo stato d’animo e il percorso narrativo del film stesso.

Ma Logan presenta anche delle lacune di narrazione, buchi di trama che vengono lasciati aperti, quasi a suggerire al pubblico che la storia non si è realmente conclusa, anche se la fine di Wolverine è categorica e senza possibilità di fare alcuna marcia indietro. Tuttavia questi buchi di trama, non alterano in alcun modo la storia e lo spettatore può tranquillamente gustarsi la pellicola, anche se avrebbero quanto meno dato un quadro più completo degli avvenimenti. Logan è una pellicola matura che riporta brutalmente il genere supereroistico con i piedi per terra.
È la fine di un viaggio attraverso i meccanismi di base del genero umano: lo sguardo esterno di chi non è del tutto umano, ma allo stesso tempo lo è in maniera totale e assoluta.

Tutti gli Oscar 2017 minuto per minuto

By Film, NerdPensiero

Articolo a cura di Federica Candiloro.
NDR: La redazione di Nerd Attack la ringrazia per essere stata al gioco e soprattutto per essersi fatta tutta la nottata.

UNA NOTTE DA CLIMAX: OSCAR 2017

Si è conclusa alle prime luci dell’alba la grande notte degli Oscar.

Non posso dire sia stato uno spettacolo sfavillante.

Ma non perdiamoci in chiacchiere: dopo un noioso e lungo red carpet, (dove nessuno ha brillato più di altri per sfavillante bellezza, neanche la sempre magnifica Charlize Teron) avevano tutti un po’ l’aria di stare lì come se fosse una replica, con abiti che sembravano anch’essi già usati o stra-usati per altri red carpet. La stessa impressione l’ho avuta anche per la scenografia.

Si comincia in musica, e si comincia male. La notte degli Oscar rappresenta una sorta di Mecca del mondo dello spettacolo, per quanto bravo Justin Timberlake, in questo siparietto l’ho trovato fuori luogo, sembrava più una scena da teen movie. Inutile.

Il presentatore Jimmy Kimmel, sconosciuto a molti italiani, invece mi ha piacevolmente sorpreso. È stato semplice, molto diretto, un po’ sarcastico e a tratti scaramantico, mai scontato, anche se Neil Patrick Harris resta al momento il top.

Il fil rouge che ha collegato tutti, dal presentatore all’ultimo premiato, si è basato molto sulle “barriere”, e sui “muri” culturali e non, che non dovrebbero esistere, una vera e propria denuncia nei confronti dell’attuale politica americana.

Una di queste barriere ad Hollywood è rappresentata dalle poche candidature agli oscar per attori afroamericani. Per tutta risposta la vittoria come miglior attore non protagonista va a Mahershala Ali con Moonlight che non era così scontata, tanto meno favorita tra gli scommettitori. È stato commovente ascoltare i suoi ringraziamenti. È inutile dire che grandi attori di colore non hanno purtroppo ancora oggi una uguale considerazione, a esclusione di Di Caprio che ha dovuto avvicinarsi a una peritonite prima di vincere un Oscar. Moonlight vincerà anche il premio per miglior sceneggiatura non originale e non solo.

L’Italia ha il suo primo Oscar, ma non con Fuocoammare che non ce l’ha fatta. La strada è stata lunga, tanti premi, tante gratifiche. Ok, è stato tutto bello, però rode oggettivamente quando a un passo sfuma un sogno così grande. Invece l’italianissimo Bertolazzi vince come migliore make up per Suicide Squad. Ho avuto la fortuna di vedere questo film speciale nel suo genere. Nel discorso di ringraziamento si fa un omaggio a tutti gli immigrati italiani e non. A questo punto mi chiedo, in che percentuale c’è voglia d’insultare in diretta Trump!? Tanta…tantissima.

Per il sound editing vince Arrival con estrema sorpresa, in tantissimi avrebbero scommesso pesanti dollaroni per la vittoria di La La Land.

Sound mixing, stessa storia e altro due di picche per La La Land, Hacksaw Ridge porta a casa il premio.

C’è nell’aria per tutta la serata come l’impressione che questi due di picche siano parecchi.

Continuano a essere abbattuti i muri razziali grazie a Viola Davis che resta una conferma, conosciuta da buona parte del pubblico per la serie Le regole del delitto perfetto vince come miglior attrice non protagonista per Barriere. Per la sua nomination c’erano già state delle polemiche perché si riteneva che la sua performance era da attrice protagonista. Che una attrice di colore tra le protagoniste all’Academy non fosse gradita nonostante tante belle parole?

Ad annunciare il miglior film straniero arrivano due grandi, Charlize Theron e Shirley MacLaine, che ha letteralmente offuscato la presenza della bella sud africana. Nonostante i suoi duemila e passa anni (e cito la stessa Shirley MacLaine), la grande attrice ha una presenza scenica rara da trovare negli attori di oggi.

Come mi aspettavo vince il premio per miglior film straniero Asghar Farhadi (“Il cliente”, Iran). Tifavo per la Germania ma c’è stato un vero e proprio vaffa nei confronti dei “muri” di Trump. Per chi non lo sapesse Trump ha stilato una lista di paesi non amici, tra questi c’è l’Iran a cui letteralmente vieta l’ingresso in America. Per solidarietà nei confronti dei propri compaesani, Asghar Farhadi non è andato in America. Non è andato a ritirare il premio, denunciando, tramite una portavoce, quanto tutto questo sia assurdo e pericoloso se dovesse realmente protrarsi nel tempo. È stata una scena imbarazzante.

L’astronauta Iraniana Anousheh Ansari legge le dichiarazioni del regista Asghar Farhadi, assente alla cerimonia in polemica con Trump.

 

Il premio a La La Land per production design è meritato.
Zootropolis… vabbè dai si sapeva. Visual effect per Il libro della giungla. Anche il montaggio video va a Hacksaw ridge. In tutto questo La La Land che dice!? Nulla, e al momento si tiene stretto il suo unico Oscar.

Sul finire iniziano ad arrivare i premi più attesi, e la fotografia è uno di questi. La La Land è favorita e finalmente prende il suo secondo Oscar della serata. Ritengo sia un premio molto meritato, La La Land con i suoi colori e la sua fotografia fa sembrare tutto così fatato, quasi un cartone animato. Bravo Linus Sandgren.

Per le performance dal vivo il momento della commozione da sempre è quello della commemorazione dei grandi del cinema che non ci sono più. Uno Sting sottotono o semplicemente invecchiato non riesce a dare il meglio di se.

Degno di nota è il momento di John Legend che canta “City of stars” guarda caso vincitrice come miglior canzone. Tutto possono dire a questo film tranne che non ci sia della musica di qualità. La miglior colonna sonora infatti va a Justin Hurwitz (La La Land).

E’ stato piacevole vedere Matt Damon e Ben Affleck di nuovo insieme su quel palco dopo 20 anni, con i capelli visibilmente ingrigiti per premiare la miglior sceneggiatura originale. E al diavolo qualsiasi previsione Manchester by the sea sbaraglia la concorrenza e vince.

Ma in tutto questo La La Land?! Sembra una tortura continua, di sudate fredde stressanti, è un climax continuo finché non si arriva alla vittoria, a soli 32 anni, di Damian Chezell. E’ una gioia vederlo festeggiare, un così giovane e valido talento. Poi pensi all’Italia, al cinema italiano e tanta rabbia sale, perché in Italia un regista a questa età è ancora considerato alla pari di un runner, per capirci allo stesso livello dello schiavo di Boris. Ed è lì che La La Land ti entra nel cuore… Perché invita a sognare e a credere sempre nei propri sogni senza mollare mai.

Come non ha mollato mai Casey Affleck che, nonostante la presenza già ingombrante del fratello, riesce a emergere, a conquistare il pubblico e strappa lo scettro come miglior attore protagonista. E credo che tutte le donne piagnucolose come me abbiano davvero per poco trattenuto le lacrime; è stata travolgente la sua sorpresa mista ad emozione e a quanto fosse grato a chi lo avesse votato, quasi in totale shock come se si trovasse lì per caso. Emma Stone insieme a lui festeggia in qualità di reginetta della serata, la sua performance, in Birdman aveva convinto ma non abbastanza da vincere, mentre il 2017 le ha portato bene e si porta a casa la statuetta tra le braccia di un Di Caprio senza orso addosso.

Il colpo di scena da far strappare i capelli accade sul più bello… Avevo già detto che sarebbe stato un climax per La La Land ma con un pessimo finale. Viene data la busta sbagliata al momento di leggere il vincitore del Best Pictures.

Con ancora in mano la busta con il nome di Emma Stone, per errore viene dichiarata La La Land come miglior pellicola, e invece no! Panico, tecnici sul palco spaesati, confusione sul palco. Quasi a ringraziamento finito si fa chiarezza e il produttore di La La Land urla “Moonlight è il film che vince!” e così era. Emozioni contrastanti, imbarazzo, gioia festante per i veri vincitori.

Quasi divertita ad immaginare i cazziatoni dietro le quinte, il presentatore Jimmy Kimmel ironico rassicura tutti che mai più tornerà su questo palco.

Dopo quanto successo qualche testa cadrà, come sempre the show must go on, e si pensa già agli Oscar 2018.

Pif ospite di Nerd Attack

By Radio No Comments

Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, questa sera sarà ospite della nostra trasmissione radiofonica Nerd Attack, come sempre in onda su Radio 102 dalle 21.00 alle 22.30.

Conduttore televisivo, regista e attore, nonché speaker radiofonico, Pif si concederà ad Erick Cannamela, Jhonny JXJ e Francesco Tarantino, colloquiando del suo ultimo film, per ora presente nelle sale cinematografiche italiane, “In guerra per amore”, un film che ha visto protagonista la provincia di Trapani con le sue location, su tutte la bellissima Erice che nel film è la piccola città di Crisafullo, durante la seconda guerra mondiale.

1943. Mentre il mondo è nel pieno della seconda guerra mondiale, Arturo (Pif) vive la sua travagliata storia d’amore con Flora (Miriam Leone). I due si amano, ma lei è la promessa sposa del figlio di un importante boss di New-York. Per poterla sposare, il nostro protagonista deve ottenere il sì del padre della sua amata che vive in un paesino siciliano. Arturo, che è un giovane squattrinato, ha un solo modo per raggiungere l’isola: arruolarsi nell’esercito americano che sta preparando lo sbarco in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.

Questa, oltre che per conoscere meglio il film che ha già incassato più di 2 milioni e mezzo di euro al box office, è un ottima occasione per conoscere meglio Pif come persona, e non solo come artista.

Vi aspettiamo!

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Martedì Don Alemanno ospite di Nerd Attack

By Radio No Comments

Il suo nome è Alessandro Mereu, ma ormai tutti lo chiamano Don Alemanno! Fumettista di livello nazionale è il creatore del dissacrante Jenus, fumetto di forte satira religiosa, con protagonista una reinterpretazione del Messia.

Un giorno Dio, nel tentativo di riparare ai mali dell’uomo e ricondurlo sulla retta via, invia sulla Terra, per la seconda volta, il suo unico figlio, Jenus.
Ma nel fare ciò, commette un grave errore. Infatti nel volo in picchiata verso il Pianeta Terra, Dio gli dà forma umana troppo presto, facendolo sfracellare al suolo. A causa dello schianto, Jenus perde la memoria. E così che, uscito dall’ospedale con una profonda amnesia su ogni principio e regola di natura religiosa, inizia la sua vita come “colui che ha tutte le risposte, ma non se le ricorda”.
In compagnia dell’Agnello di Dio Angius, fedele amico fin dall’infanzia, ma di cui non si ricorda, che lo guida e lo consiglia cercando di fargli recuperare la memoria, comincia la sua avventura nel mondo terrestre.

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Il suo blog è stato nominato ai Macchianera Award 2013 come “Miglior Rivelazione”, classificandosi secondo. Al Lucca Comics 2014 è stata annunciata l’uscita di Jenus – Il gioco nato dalla collaborazione di Don Alemanno e Immanuel Casto.

Oltre che formidabile fumettista, Don Alemanno è anche il cantante di una band metal sarda, gli Holy Martyr. Sotto gli occhi dei Nerd Attack, in occasione dell’Etna Comics 2016, si è esibito in qualità di special guest durante il live dei Parimpampum, cantando in giapponese la sigla di Hokuto no Ken.

Martedì 8 Novembre Don Alemanno sarà ospite di Nerd Attack, trasmissione di Radio 102, che andrà in onda dalle ore 21.00.

Ce ne saranno delle belle, vi aspettiamo!

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