Facebook è ormai riconosciuto come il maggiore aggregatore sociale virtuale. Molto spesso negli anni, però, gli utenti hanno sempre più lamentato la mancanza di poter esprimere disapprovazione sui post dei propri amici. Come la presenza del “Mi piace”, sempre più forte era la richiesta di un tasto “Non mi piace”. A quanto pare Mark Zuckerberg, padre/padrone della piattaforma blu più famosa al molto, ha deciso di aprire verso questa richiesta quando ha dichiarato: “Non vogliamo portare altra negatività nel mondo”, frase rilasciata durante una sessione di domande e risposte presso le sedi ufficiali di Facebook: “Credo che la gente stia richiedendo il tasto Non mi piace ormai da troppi anni”.
Apertura quindi a questo cambiamento che però non prevedrà un vero tasto “Non mi piace” ma delle emozioni che si andranno ad affiancare al “Mi piace”: Love, Haha, Wow, Sad e Angry. Questa saranno accompagniate da una emoticon che rappresenterà lo stato d’animo rispetto quello che l’utente prova alla lettura di notizie o post dei propri amici. Scartata una sesta opzione, definita Yay, che non è stata ben compresa dai primi tester.
Dopo un periodo di test effettuato lo scorso anno, Facebook ha intenzione di rilasciare la funzionalità a breve, come sempre inizialmente con i profili oltreoceano. Un portavoce della compagnia ha dichiarato a Bloomberg Businessweek che le Reazioni arriveranno “presto, nelle prossime settimane”.
Sulle applicazioni mobile le Reazioni verranno nascoste sotto il tasto “Mi piace” tradizionale: si attiveranno infatti dopo una pressione prolungata su di esso in modo da poter scegliere una specifica fra le cinque sopra menzionate.
Interessante sarà quello che queste Reazioni svilupperanno nelle interazioni tra utenti. Tutto ciò che gli utenti compiono nel social di Zuckerberg è ben studiato per creare dei profitti grazie all’enorme flusso di informazioni che poi vengono vendute ad agenzie pubblicitarie. Quindi, nonostante la scusa della richiesta insistente degli utenti, Facebook potrà avere maggiori opinioni in futuro su ciò che rende felice, triste o arrabbiata la gente. Il tutto porterà ad una semplice richiesta di mercato: quanto costa un emozione su Facebook?